Le attiviste si sono presentate in uno dei luoghi simbolo di Parigi per protestare contro Putin e le sue azioni sanguinarie
Il gruppo di femministe di Femen è ritornato all’attacco contro Putin, stavolta al fianco dell’Ucraina. Una cinquantina di attiviste in topless hanno protestato a Parigi, sotto la Tour Eiffel, per chiedere lo stop all’invasione russa.
Sul seno delle manifestanti, dipinto con i colori della bandiera ucraina, sono comparsi slogan come “Gloria all’Ucraina”, “Stop alla guerra di Putin” e “Putin criminale”. Poi la richiesta all’Unione europea di restare unita a difesa di Kiev.
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FEMEN, movimento femminista di protesta ucraino fondato a Kiev nel 2008 da Oksana Šačko, Hanna Hucol e Inna Shevchenko, è divenuto famoso, su scala internazionale, per la pratica di manifestare mostrando i seni contro il turismo sessuale, il sessismo e altre discriminazioni sociali. Alcuni degli obiettivi del movimento sono “incrementare le capacità intellettuali e morali delle giovani donne in Ucraina”, “ricostruire l’immagine dell’Ucraina, un paese dalle ricche opportunità per le donne” e modificare l’immagine dell’Ucraina all’estero da meta di turismo sessuale a paese democratico.
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Inna Shevchenko, fondatrice delle Femen, in un’intervista pubblicata su Der Standard e riportata da Micromega, ha detto: “L’Ucraina sta combattendo questa guerra per l’Europa! Putin non si fermerà qui. Lui stesso ha detto che considera l’indipendenza delle ex repubbliche sovietiche un errore. Domenica ha minacciato un attacco nucleare, che altro serve? Naturalmente, questo è anche un segno della sua debolezza, perché non si aspettava che l’Ucraina combattesse, e sembra che la sua stessa leadership militare abbia troppa paura di lui per dirgli che le cose non si risolveranno così rapidamente come si aspettava. Non sono un’esperta di guerra, ma è chiaro che le sanzioni non saranno sufficienti. A Putin non importa se il suo stesso popolo soffre”.
Quanto a Putin, sostiene la femminista, “da quando è salito al potere si è accanito prima sulla Cecenia, poi sulla Georgia, adesso sull’Ucraina. Non può accettare un paese vicino democratico e libero perché teme che prima o poi la gente in Russia gli si rivolterebbe contro. Tollera solo dittature fantoccio sottomesse a lui, come in Bielorussia, dove ha deliberatamente indebolito l’opposizione”.