Allarme Aifa su antibiotici: “Gli italiani li usano in modo inappropriato”

Il rapporto evidenzia che spesso, in Italia, gli antibiotici vengono prescritti in modo inappropriato

Giovedì 10 marzo 2022, l’ Agenzia Italiana del Farmaco ha presentato il Rapporto Nazionale “L’uso degli antibiotici in Italia – Anno 2020”. La pubblicazione, realizzata dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’AIFA, monitora i consumi e la spesa per gli antibiotici in Italia e contiene analisi sull’uso in ambito territoriale, ospedaliero e relative all’acquisto privato, con focus dedicati alla prescrizione nella popolazione pediatrica e in quella anziana.

Uno dei primi dati che salta all’occhio è che, nel 2020, il consumo complessivo, pubblico e privato, di antibiotici in Italia è stato pari a 17,7 dosi ogni 1000 abitanti die, in forte riduzione rispetto al 2019, con un calo del -18,2%. Nel 2020 gli antibiotici hanno rappresentato, con 692,1 milioni di euro, il 3,0% della spesa e l’1,2% dei consumi totali a carico del Sistema sanitario nazionale. In tutti i mesi del 2020 consumi minori rispetto al 2019, ma il calo è stato più evidente nel periodo aprile-giugno (caratterizzato dal lockdown) e a dicembre (mese del blocco degli spostamenti tra regioni).

Leggi anche: Caro Energia, Giorgetti sicuro: Valuteremo scostamento di bilancio

Peccato, però, che l’uso sia sbagliato. Infatti, in Italia gli antibiotici vengono prescritti in modo inappropriato in un quarto dei casi. Un impiego rischioso, specie alla luce della crescente emergenza legata ai superbatteri resistenti, e che risulta in crescita. Dall’analisi dei dati della medicina generale sulle prescrizioni ambulatoriali di antibiotici per specifiche patologie infettive emerge infatti una prevalenza di uso inappropriato che supera il 25% per quasi tutte le condizioni cliniche studiate (influenza, raffreddore comune, laringotracheite, faringite e tonsillite, cistite non complicata).

Leggi anche: ESCLUSIVA: Cocco: In Donbass non per combattere, prego per la pace

Da qui l’allarme dell’Agenzia: “Per quanto concerne l’utilizzo di antibiotici in Italia – si legge nel rapporto – una quota rilevante, pari a oltre l’80%, viene prescritta proprio dai medici di medicina generale. La medicina generale rappresenta pertanto il fulcro per il monitoraggio del consumo di questa classe di farmaci, nonché il setting su cui è importante agire per migliorare l’appropriatezza prescrittiva. Tutto ciò è di fondamentale importanza per ridurre i rischi connessi alla salute pubblica. Difatti – ammonisce l’Aifa – l’uso non appropriato di antibiotici, oltre a esporre i soggetti a inutili rischi derivanti dai loro effetti collaterali, comporta considerevoli problematiche cliniche derivanti dal possibile sviluppo di resistenze”.

 

Gestione cookie