L’ex comandante del Coi torna sulle frasi di Di Maio: “Dire che ha esagerato su Putin è un eufemismo, ci ha messo in una condizione allucinante”
In amore e in guerra tutto è lecito. Fino a un certo punto. Al di là delle stragi e dei massacri, che purtroppo ci sono state e ce ne saranno, durante i conflitti sono altrettanto importanti i rapporti e le parole che vengono usate, soprattutto tra capi di stato o funzionari governativi. E, nonostante siano passati dei giorni, c’è qualcuno che non ha ancora dimenticato quanto disse il nostro Ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Putin, “peggio dei cani“. Un accostamento non felice, un modo superficiale e pericoloso di condurre il dialogo. Almeno secondo il generale Marco Bertolini, ex comandante del Coi e e noto per essere un competente in materia tattica e diplomatica sul fronte miliare.
“Stiamo vivendo un momento delicatissimo dove ogni cosa è fondamentale – ha spiegato il Generale a Notizie.com -, quanto sta accadendo in Ucraina è devastante, per fortuna ci sono Francia e Germania che stanno mantenendo rapporti e parlano costantemente con Putin perché è fondamentale parlare e continuare a parlare, anche se c’è un muro, ma parlare. Noi è meglio che stiamo dietro e rimaniamo in silenzio che è meglio. L’eco di quello che ha detto un nostro ministro tempo fa è ancora evidente. Dire che Di Maio esagerò nel definire “Putin peggio dei cani” è eufemismo”.
“Definire un capo di Stato peggio di un animale – ha sottolineato Bertolini -, è superare tutti quei limiti e regole di galateo che sono sempre state rispettate anche quando erano in guerra. Errori di questo genere non fanno altro che rendere difficile la ripresa di un discorso e siccome ci sarà un dopoguerra e ci si ricorderà di ringraziare da entrambe le parti, i toni che sono stati usati adesso, a causa dei quali sarà difficile riallacciare i rapporti e questo è un molto triste. Di Maio ha sbagliato. Di fronte a una presa di posizione del genere, noi dovremmo riparlare con Mosca anche se non ci fosse più Putin, ma come pensiamo di poter riallacciare i rapporti con loro? Da un punto di vista simbolico rappresenta una dichiarazione di guerra, le guerre non sono esplosione di una violenza cieca, ci sono sempre state le regole delle guerre, e le regole servono proprio a fare in modo, una volta che tutto è terminato, di sedersi attorno a un tavolo e trovare delle soluzioni”
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Sui negoziati, il generale Marco Bertolini non ha dubbi e insiste nel dire che sono la parte più importante durante un conflitto: “C’è stato un insuccesso nei negoziati, ma è un insuccesso fino a un certo punto. Intanto si sono incontrati i badilanti, chiamiamoli così, e l’hanno fatto in Bielorussia, Stato alleato dei russi, ora si sono incontrati i due ministri degli esteri Lavrov e Kuleba, ed è chiaro da questo giro di consultazioni non si potesse arrivare a una soluzione, si poteva sperare in un cessate il fuoco, ma credo che a questo punto i russi hanno interesse nel consolidare le proprie posizioni sul campo, prima di iniziare a discutere e fare delle concessioni. E’ ancora un nulla di fatto, ma entrambi hanno detto di continuare il negoziato, se si chiude il negoziato, ci saranno solo le armi a far sentire le loro ragioni. E questo non deve succedere come quello di dare i famosi Mig agli ucraini. E il fatto che tutto sia avvenuto in Turchia, paese Nato, è fondamentale. Entrambi dovranno rinunciare a qualche cosa, l’unica strada che può evitare di avere in Europa un paese vincitore e uno sconfitto, quindi con rancori e frustrazioni che si trascineranno per anni, l’unica cosa per evitare tutto ciò è la trattativa. Si deve andare avanti con le parole, l’importante è che non ci mettiamo in mezzo noi….“