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“Marche Symphony” il cortometraggio di Barbara Scheggia

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Paolo Colantoni

Ilaria Solazzo intervista Barbara Scheggia, ideatrice con Roberto Bonaventura del cortometraggio “Marche Symphony”.

Quando è nata la tua collaborazione con Roberto Bonaventura e l’idea di dar vita a “Marche Symphony”?
“Ci siamo conosciuti grazie ad un’amica comune. Abbiamo iniziato a scambiarci opinioni e riflessioni sulle piccole e grandi questioni della vita e tra noi si è subito sviluppata una straordinaria empatia ed una profonda stima reciproca, come esseri umani prima che come professionisti. Si potrebbe definire quasi un “colpo di fulmine” applicato all’amicizia: fin dalle prime conversazioni, era come se ci conoscessimo da sempre, circostanza molto inconsueta per una persona poco “accessibile” come me. Rapita dalla qualità artistica delle produzioni di Roberto ed affascinata dal suo carisma morale ed intellettuale, ho deciso di abbandonare le mie titubanze e confidargli che avevo scritto un romanzo. Gli ho chiesto di darmi un giudizio sincero e come risposta ho ricevuto il brano che è poi diventato “Marche Symphony” ed una sceneggiatura. Ero in spiaggia, circondata da tante persone e mi sono commossa fino alle lacrime. Ho capito subito che quello era un regalo che la vita mi stava offrendo ed ho accettato all’istante: mentre ascoltavo quelle note, la mia mente visualizzava perfettamente i paesaggi e le storie di vita descritti nel mio romanzo ed esprimeva in maniera stupefacente il messaggio che avevo affidato al mio romanzo”.

Che cos’è “Marche Symphony”?
“Innanzitutto è un inno alla mia regione, le Marche. Una sinfonia unica, che rende omaggio ad una terra poco conosciuta, ma estremamente ricca di talenti e di creatività. Un ambiente dove ancora si riesce ad apprezzare la bellezza delle cose semplici ed il valore dei rapporti umani. Il videoclip racconta in chiave cinematografica il rapporto tra un padre ed una figlia che è riuscita a diventare la persona che sognava di essere da bambina, anche grazie ai sacrifici e all’amore di suo padre, da sempre il suo punto di riferimento. Nonostante l’inevitabile e sano scontro generazionale che ognuno di noi prima o poi deve affrontare e tutte vicende più o meno complicate che possono averli allontanati per un certo periodo di tempo, i valori solidi trasmessi e, soprattutto. l’affetto profondo che li lega, riescono a ricreare un rapporto che sembrava sfilacciato. Le Marche sono una regione molto ancorata a quella tradizione calzaturiera che ha guidato tante generazioni di imprenditori, tra cui quella da cui provengo, verso il mondo di oggi. Questo fino a qualche decennio fa. In questo momento, invece, la graduale scomparsa dei valori sociali di riferimento sta andando di pari passo alla perdita progressiva di questa tradizione e, nella mia visione, la storia del rapporto familiare descritto nel romanzo e nel videoclip rappresentano la metafora della “corruzione” che sta attanagliando la società attuale. In realtà, le vere protagoniste del cortometraggio sono le scarpe, intese come il frutto di una vita fatta di sudore, sacrificio, soddisfazioni, difficoltà e sogni. I sacrifici ed i valori – dichiara ad Ilaria Solazzo –  sono il binomio, che ognuno di noi è chiamato ad affrontare e vivere quotidianamente, per diventare adulti responsabili. Il “testimone” dai propri genitori lo si riceve nel momento in cui ti distacchi dal nucleo per affacciarti da solo alla vita reale. Il miglior mezzo per scuotere le coscienze e riattivare le forze creative che sembrano nascoste nel sottobosco è la bellezza. Le Marche sono piene di fascino e di numerose bellezze. Hanno tanto da offrire: dai prodotti, ai luoghi, dalla buona musica al calore della gente. Robert, nei miei confronti è stato straordinario… un “direttore d’orchestra” perfetto. Il cast che ha collaborato al nostro progetto è stato il top. Un ringraziamento speciale lo rivolgo ai nostri attori protagonisti: Alice Bellagamba e Maurizio Tassani. Un altro grazie va al regista Alessandro Porzio ed alla voce del soprano Federica Balucani. L’ultimo ringraziamento lo dedico a tutto lo staff di Roberto, senza il quale questo mio sogno non si sarebbe mai potuto avverare”.

Qual è il pubblico di riferimento di “Marche Symphony”?
“Il nostro target di riferimento è il mercato internazionale… da sempre molto interessato al “Made in Italy” in senso ampio. L’Italia e le sue ricchezze sono invidiate in tutto il mondo, sia a livello commerciale sia in ambito turistico. Il nostro spettatore ideale è un individuo attento ai dettagli, concentrato sull’artigianalità e sulla creatività. Una persona in cerca di uno “slow living”, stanco di un lusso ormai stereotipato che preferisce scoprire territori e prodotti poco conosciuti, ma meritevoli di essere tratti in salvo dall’invisibilità”.

Tu e Roberto avete già altri progetti in cantiere? Come evolverà la vostra collaborazione?
“Siamo concentrati sulla promozione di “Marche Symphony”, per il quale stiamo organizzando eventi ad hoc da porre in sinergia con un paio di grandi progetti in cantiere da qui alla fine del 2022. Il primo si ispira a Giacomo Leopardi, marchigiano illustre, che ha passato la sua vita tra Recanati e Napoli, città amatissima da Roberto, che è un vero napoletano sostanziale. Il secondo riguarda il mondo dei cavalli e del loro rapporto con l’essere umano. Inoltre, stiamo progettando una sorta di gemellaggio tra le Marche e Napoli al fine di attrarre ospiti internazionali anche grazie alla collaborazione di Edwin Tinoco, ex tour manager ed assistente personale del maestro Luciano Pavarotti, per consentire loro di godere delle eccellenze musicali, culinarie, paesaggistiche e culturali della nostra Italia. Le idee sono davvero tantissime perché la mente di Roberto è sempre in movimento, non smette praticamente mai di comporre e di scrivere. Non nascondo che il mio ruolo di co-produttrice esecutiva è stato abbastanza impegnativo, ma la capacità di Roberto di coinvolgere emotivamente tutti i suoi collaboratori ha reso questo lavoro leggero e ricco di soddisfazione. Ci si sente partecipi di qualcosa di unico, un vero nutrimento per l’anima, specialmente in questo periodo turbolento e faticoso”.

Ci puoi spiegare cosa intendi per napoletano sostanziale?
“E’ una locuzione coniata da Roberto, che dà anche il titolo al suo ultimo libro di aforismi e fotografie, per indicare che quel che ci fa appartenere davvero a qualcuno o a qualcosa è in definitiva l’amore. Tra l’altro, Roberto, che vive felicemente nella sua Napoli, ha origini marchigiane da parte della madre”.

Qual è stato il percorso professionale che ti ha portata alla co-produzione di cortometraggi?
“In realtà io provengo dal mondo delle calzature e della moda, ho lavorato per più di vent’anni nell’azienda di famiglia occupandomi del settore commerciale e del marketing, soprattutto verso i mercati esteri: Stati Uniti, Russia, Cina, Medio Oriente. Nel 2017 ho deciso di lasciare l’azienda per vicende personali e avviare una mia attività di consulenza a 360° per gli artigiani del mio territorio ed ero alla ricerca di strumenti innovativi che potessero far uscire dall’anonimato “artisti”meravigliosi verso i quali le istituzioni sembravano non essere interessate. Contemporaneamente, dopo la scomparsa di mio padre, sentivo la necessità di fare una pausa di riflessione per capire come indirizzare la mia vita a partire da quel momento. Ho iniziato quindi a raccogliere pensieri e riflessioni in un diario e pian piano è venuto fuori il romanzo ispiratore di Marche Symphony, lo strumento perfetto che stavo cercando”.

Oltre al Maestro Bonaventura, al suo staff e ai protagonisti del corto, a chi ti senti, in particolare, di dire grazie?
“Innanzitutto alla mia famiglia, che ha creduto in me e mi ha sostenuto in questa avventura. E poi ai miei artigiani e alle aziende sponsor che hanno risposto con entusiasmo al progetto: Damiano Chiappini ,Green George e Eureka per le calzature, Desiree Lupi per le borse, la piccola protagonista Melissa Giannini e i suoi genitori parrucchieri che hanno curato l’hair styling con i prodotti di Cosmetics Center, Katiuscia del Centro estetico Joli, la Forneria Petroselli ,la Tenuta Sant’Isidoro e i titolari di Casa de’ Campo che ci hanno coccolato con le loro squisitezze enogastronomiche, il Teatro di Civitanova Marche, Enrico Crucianelli attore non professionista che ha impersonato magnificamente l’artigiano, i Sindaci dei Comuni in cui abbiamo girato, e molti altri che sarebbe troppo lungo elencare”.

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Paolo Colantoni