Meloni-Salvini, sulla figuraccia polacca del leghista segnali di disgelo?

Sulla vicenda polacca che ha visto ritrarre Salvini sui media di tutto il mondo affiancato alla maglietta con su stampato Putin tirata fuori ad arte dal sindaco locale, Giorgia Meloni non solo non infierisce ma al contrario decide di prendere le parti dell’alleato. 

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Giorgia Meloni e Matteo Salvini (Ansa)

La difesa della leader di Fratelli d’Italia fa presagire agli analisti politici un primo segnale di disgelo tra i due partiti di centro-destra dopo la dura crisi di fiducia seguita all’elezione del Presidente della Repubblica. Ovvero di quel Mattarella bis che in un primo momento sembrava, al contrario, l’unica soluzione non praticabile per la coalizione dei due leader.

La figuraccia di Salvini in Polonia è stata mediaticamente notevole e ha dato la possibilità a tutti i giornali che lo avversano di cogliere l’assist, servito su un piatto d’argento, e di affondare così il colpo. La foto del sindaco di Przemysil che gli sventola in faccia la maglietta che lo stesso Capitano leghista aveva indossato all’europarlamento è già di per sé, in quanto notizia, un attacco a Salvini, senza bisogno di alcun commento o panegirico.

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Meloni però opta per la via della lealtà, e invece di affondare la lama la butta a terra. “Trovo stucchevole che solo a lui non si perdonino i legami pregressi con Putin, quando tutti li hanno avuti”, ha commentato la leader di Fratelli d’Italia, che intanto non solo vola nei sondaggi ma risulta ad oggi essere la prima preferenze degli elettori italiani.

Già sulla stessa linea erano apparsi i primi commenti di Meloni sulla visita polacca del leghista. Chiunque faccia qualcosa fa bene, aveva risposto ai cronisti, chiedendosi tuttavia a che cosa possa mai servire un tour nelle aree di guerra da parte sua, e di conseguenza il discorso è valido anche per il suo alleato.

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Il segnale di Meloni è stato colto in pieno dalla Lega, che ora vede una strada di riappacificazione dopo la crisi del Mattarella bis. Da allora i due leader non si erano più rivolti la parola, mentre ora potrebbe cominciare una strada per il disgelo. Verso dove, si chiedono però commentatori e elettori? Tra poco giungeranno infatti le Amministrative, e al momento nessuno ha parlato di nomi o di candidature.

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Giorgia Meloni e Matteo Salvini (Ansa)

Alla fine delle quali, ci saranno le politiche e a quel punto si capirà quali sono le intenzioni reali del centro-destra, o meglio cosa vorrà fare da grande. Per ora, tutte le attenzioni sono focalizzate sulla guerra in Ucraina, che se un merito solo l’ha avuto è stata finora quello di ricompattare la politica attorno a un obiettivo comune, quello cioè dell’esecutivo. Che poi questo stesso obiettivo unitaria sia altrettanto confuso, criticato, tanto per l’invio silenzioso di armi quanto per la crisi che conseguirà sul nostro territorio dopo le sanzioni, in termini di aumento dei costi della benzina e delle materie prime, tutti elementi che rischiano di mettere in ginocchio l’economia italiana, è un altro paio di maniche.

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Meloni tuttavia si è schierata sul fronte atlantista senza se e senza ma, condannando la Russia e approvando l’invio di armi, in maniera molto più decisa rispetto al suo alleato Salvini, e anche questo gioca a suo favore nel rapporto con Palazzo Chigi. E nell’accreditarsi come forza centrale – possibile – di un futuro governo unitario di centro-destra.

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