Abramovich, continuano i guai: non può pagare l’affitto alla Regina

Il patron del Chelsea, che nelle ultime ore è stato squalificato dalla Premier League, è alle prese con altri problemi dovuti al congelamento dei suoi beni.

Suona male anche soltanto pensarlo, ma non è un periodo semplice per gli oligarchi russi con interessi nel resto del mondo. Il caso più eclatante ovviamente è quello di Roman Abramovich, proprietario del Chelsea. Il patron è stato squalificato dalla Premier League il club sarà venduto senza che il legittimo proprietario possa incassare un centesimo dalla vendita, gestita per l’appunto dal governo britannico.

Roman Abramovich
Il presidente del Chelsea, Roman Abramovich (Instagram)

Ma i problemi per Abramovich non sembrano finiti qui. Oltre alla squadra di calcio, ora il miliardario russo rischia di perdere anche la casa in Inghilterra. Il motivo? Dopo il congelamento dei suoi beni e dei conti bancari, il proprietario del Chelsea non può pagare l’affitto del terreno su cui sorge la sua mega villa da 140 milioni. Chi è il proprietario del terreno? Niente di meno che la Regina Elisabetta.

Abramovich potrebbe perdere la sua villa da 140 milioni

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La dimora di Abramovich a Londra è un lussuosissimo appartamento di 15 camere che sorge a pochi passi da Kensington Palace, dove alloggia il principe William. Ma nonostante l’enorme valore della villa, il terreno sulla quale sorge non è di sua proprietà. L’accordo, dalla durata di 125 anni, prevede che l’oligarca russo debba pagare un affitto di 10 mila sterline al mese. Il destinatario è il Crown Estate, fondo che gestisce il patrimonio immobiliare della Regina d’Inghilterra.

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Nonostante la cifra ridicola per uno come Abramovich, anche un assegno di 12 mila euro può diventare un problema con i conti congelati. Non solo. La legge del Regno Unito contro gli oligarchi russi impone che non si possa ricevere denaro da quest’ultimi. Secondo il Wall Street Journal, che ha rilanciato la notizia, adesso il Crown Estate potrebbe far causa al patron del Chelsea per ottenere la confisca della villa. Sulla questione però le fonti interne non hanno voluto rilasciare alcun tipo di dichiarazione.

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