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Cronaca

Materie prime in esaurimento: eccone un’altra sempre più rara

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Marco Ercole

Con la guerra in corso in Ucraina continuano gli effetti devastanti per l’economia e l’esportazione di prodotti: anche il settore del legno in serio pericolo, Francia e Svizzera tagliano l’export dei legnami di scarto

La situazione per quanto riguarda i prezzi di luce e gas era già critica prima, con lo scoppio della guerra in Ucraina è precipitata. E non è certo l’unico problema, perché ne trascina con sé un’enorme vastità. Tra questi anche la carenza di legno da riciclo, una componente fondamentale per produrre pannelli truciolari. Ecco perché Francia e Svizzera, cioè i Paesi da cui l’Italia si è sempre rifornita per gran parte del legname di scarto, hanno ridotto le loro esportazioni da circa un mese e mezzo.

La disponibilità di legno in Italia è sempre minore (Ansa)

E al tempo stesso sta diminuendo pure quello prodotto all’interno dello Stivale, dal momento che l’Austria ha aumentato l’acquisto per rivenderlo sul proprio mercato come combustibile. Un’evoluzione che mette a serio rischio questo genere di industrie (280 aziende in Italia, con circa 6850 dipendenti), visto che il 95% di questo tipo di pannelli è prodotto proprio con legname riciclato, con alcune aziende che lo usano pure nella produzione dei pannelli in Mdf (ossia quelli con maggiore contenuto tecnologico).

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L’impresa di realizzare pannelli

Pannelli sempre più complicati da realizzare in Italia (Ansa)

Sono in ogni caso i costi dell’energia quelli che preoccupano di più, portando le aziende a produzioni mirate e strettamente necessarie: d’altronde nel giro di un anno i prezzi alla vendita dei pannelli sono raddoppiati, i costi per la loro realizzazione sono però triplicati soprattutto per via della componente energetica, arrivata a incidere sul 65% del costo produttivo. E lo stesso discorso vale per il gas, necessario per produrre l’urea, materiale fondamentale per le colle che occorrono per l’allestimento dei pannelli: sono mesi che la Russia ne ha limitato l’esportazione e adesso con l’inserimento dell’Italia nella “black list” il tutto si complicherà ulteriormente.

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