La proposta di Forza Italia: Berlusconi e Merkel mediatori con Putin

L’ipotesi è stata lanciata da Tajani, per sfruttare i buoni rapporti dei due ex premier con il leader russo: “Sarebbero i soli in grado di avviare una trattativa seria”

Antonio Tajani, già presidente dell’Europarlamento, ha proposto la sua lettura della crisi in Ucraina in una riunione di Forza Italia che si è tenuta ieri tra gli eletti in Lombardia. A suo giudizio, infatti, per i dialoghi con Putin ci si dovrebbe avvalere dell’uso di due mediatori d’eccezione come l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel e l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi: “Forse oggi sarebbero gli unici, a mio giudizio, sotto l’ombrello dell’Onu, in grado di avviare una trattativa seria. Due grandi europeisti che possono interloquire anche con Putin“.

Berlusconi Merkel
L’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel (Ansa)

Per Tajani questa sarebbe la mossa giusta, nel tentativo di riprendere la strada avviata nel 2002 (“e poi interrotta dai governi successivi“) di far sedere allo stesso tavolo Stati Uniti e Russia: “Se avessero seguito il percorso indicato da Berlusconi all’epoca, forse non ci troveremmo in queste condizioni“.

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L’analisi di Tajani

Per Tajani solo la Merkel e Silvio Berlusconi potrebbero avviare un dialogo con Putin (Ansa)

Sempre secondo l’analisi del coordinatore unico di Forza Italia, la Cina starebbe cercando di sfruttare tutto quello che sta accadendo per utilizzare la Russia ed entrare in modo più capillare nel mercato occidentale. A seguire ha posto l’accento sulla preoccupante prospettiva economica del Paese, ribadendo la necessità di eurobond, raccolta di fondi sul mercato europeo, tesoro europeo, rinvio del Patto di stabilità e conferma degli acquisti dei titoli di Stato da parte della Banca centrale. Il ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini ha invece parlato dell’emergenza rappresentata dai rincari di gas e carburanti: “Serve un altro recovery. Dal settembre dello scorso anno il governo Draghi è intervenuto ripetutamente sul caro energia con misure da 15 miliardi di euro complessivi. Una cifra enorme, ma insufficiente. Servirà un nuovo scostamento di bilancio“.

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