Più passano le ore e più diventa forte la sensazione che la morte del cronista e fotoreporter statunitense non sia stato un errore
Un enorme errore o preso di mira? Dalle prime ricostruzioni, anche se ancora piuttosto frammentarie, il giornalista americano, Brent Renaud, sarebbe stato ucciso ad Irpin, nei sobborghi di Kiev, dalle forse russe. Il motivo? Pare stesse filmando i profughi in fuga quando è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco ad un checkpoint. Il cronista Renaud è stato colpito al collo ed è morto all’istante. Una morte atroce e improvvisa che ha fatto il giro del mondo e resi molto nervosi gli americani.
Nell’attacco dove è rimasto ucciso il giornalista americano sono rimasti feriti anche due suoi colleghi portati in ospedale, almeno secondo quanto riporta il Kyiv Independent citando il capo della polizia della provincia di Kiev Andriy Nebytov. “Siamo profondamente rattristati dalla morte di Brent Renaud. Brent era un fotografo e un regista di talento che negli anni passati aveva collaborato con noi“, scrive il New York Times in un comunicato dopo l’uccisione di Renaud a Irpin.
Era un ex collaboratore del New York Times. D’ora in avanti ai giornalisti non sarà consentito di andare a Irpin
Il famoso quotidiano americano precisa e sottolinea in una nota diffusa subito dopo l’uccisione del cronista americano: “Anche se aveva collaborato con il Nyt in passato (più recentemente nel 2015) non si trovava in missione in Ucraina per il quotidiano. Le prime informazioni riferiscono che lavorava per noi perché è stato trovato con il tesserino del giornale che gli era stato dato per una missione anni fa“, si legge ancora nella nota.
LEGGI ANCHE>>Guerra in Ucraina: ucciso un giornalista del New York Times
Il sindaco di Irpin Oleksandr Markushin ha annunciato che ai giornalisti non sarà più consentito l’accesso alla città per ragioni di sicurezza dopo la morte del reporter. Lo riferiscono i media ucraini. “E’ ovviamente scioccante e orribile“. Così il consigliere alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, commenta l’uccisione del giornalista americano Brent Renaud in Ucraina. “Continueremo a consultarci per determinare come è accaduto e misureremo le appropriate conseguenze“.