Al termine dell’Angelus, Francesco ha lanciato un nuovo durissimo appello per un cessate il fuoco nella terra Ucraina, che ha definito un “massacro” inaccettabile, con parole che si fanno di giorno in giorno più nette. Sullo sfondo, la distanza abissale con quello che sembrava l’unico interlocutore possibile, il Patriarca di Mosca Kirill.
Il Pontefice dalla finestra del suo studio affacciato su Piazza San Pietro, al termine della preghiera mariana dell’Angelus, è tornato sulla vicenda ucraina con parole sempre più dure. “Col dolore nel cuore unisco la mia voce a quella della gente comune, che implora la fine della guerra. In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!“, è l’appello senza tentennamenti del Papa.
Il nuovo appello di Francesco per l’Ucraina
“Fratelli e sorelle, abbiamo appena pregato la Vergine Maria. Questa settimana la città che ne porta il nome, Mariupol, è diventata una città martire della guerra straziante che sta devastando l’Ucraina. Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri“, ha detto ancora Francesco.
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Davanti ai tanti fedeli accorsi in Piazza san Pietro il Papa ha invocato in silenzio l’aiuto del Signore per arrivare alla tanto desiderata pace di fronte al dramma ucraino. Su tutto pesano le parole pronunciate dal Patriarca di Mosca Kirill, che Bergoglio intravede come interlocutore per fare giungere l’Ucraina a un accordo di pace in seguito all’attacco militare del Cremlino.
Kirill nei giorni scorsi ha infatti sostanzialmente appoggiato la decisione russa di entrare in Ucraina con il proprio esercito, nonostante l’auspicio per una decantata pace, in nome di errori compiuti dall’Occidente e della lotta contro un suo atteggiamento culturale complessivo. Francesco da mesi invoca la pace con preghiere e appelli considerando assolutamente inaccettabile ogni sofferenza che stanno vivendo gli ucraini ormai da due settimane. Di conseguenza, è questo l’unico sentimento che Francesco può provare di fronte a un’accettazione della guerra persino dal punto di vista “religioso”.
Per cui la distanza tra i due appare di giorno in giorno sempre più abissale, e le parole di Papa Francesco si fanno sempre meno “diplomatiche” e più chiare. Ad oggi al Papa non resta quindi che ringraziare per l’accoglienza che si sta vivendo nei confronti dei tanti rifugiati ucraini.
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“Vorrei ancora una volta esortare all’accoglienza dei tanti rifugiati, nei quali è presente Cristo, e ringraziare per la grande rete di solidarietà che si è formata”, ha detto il Papa. “Chiedo a tutte le comunità diocesane e religiose di aumentare i momenti di preghiera per la pace. Aumentare i momenti di preghiera per la pace. Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome. Ora preghiamo in silenzio per chi soffre e perché Dio converta i cuori a una ferma volontà di pace”.
Nella giornata precedente Francesco aveva scritto lanciato un messaggio durissimo attraverso il suo canale Twitter @Pontifex, accompagnato da una sua immagine a capo chino: “Mai la guerra! Pensate soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna: bambini morti, feriti, orfani; bambini che hanno come giocattoli residui bellici… In nome di Dio, fermatevi!”