Sono oltre 218 milioni le mascherine ordinate da Arcuri e inutilizzate che saranno distrutte. Ecco quanto ci sono costati questi dispositivi di protezione mai utilizzati da regioni ed altri enti.
La gestione della pandemia dell’ormai ex commissario Arcuri continua ancora oggi a pesare sulle tasche degli italiani. E’ notizia ormai di poco fa della determinata firmata dal generale Figliuolo per lo smaltimento di 218 milioni di mascherine inutilizzate e che saranno distrutte.
Si tratta di una operazione che sarà effettuata da una azienda specializzata di rifiuti per un costo di 698mila euro. A questa cifra, inoltre, bisogna aggiungere i 313mila euro al mese per la sosta nei magazzini della struttura commissariale. Insomma, diversi milioni di euro che l’Italia ha pagato per dispositivi di protezione destinati ad essere distrutti.
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“Non sono mai state state richieste da regioni o enti convenzionati – si legge nella determina del commissario Figiuolo – e oggi queste mascherine non trovano più nessuna possibilità di impiego“.
La distruzione delle mascherine è solo l’ultimo flop di una gestione non positiva della pandemia da parte del commissario Arcuri. Si è iniziato con i dispositivi di protezione non in regola, si è proseguito con i banchi a rotelle che alla fine sono rimasti nei magazzini delle scuole e si è concluso con lo smaltimento di queste mascherine che, come detto, non sono state mai richieste da regioni e altri enti.
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Una gestione, quindi, molto discutibile e che ha portato il nostro Paese a spendere dei soldi che potevano essere utilizzati sicuramente in modo molto diverso. Una pagina che potrebbe essersi chiusa con questa determina del commissario Figliuolo, ma non si esclude in futuro altre decisioni per smaltire alcuni ordini fatti dal suo predecessore e mai utilizzati.