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Cronaca

Incubo “culle vuote”. L’allarme dell’Istat: scesi sotto i 400 mila nati

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Benedetto Guardini

Nel 2021 altro record negativo nelle nascite dall’Unità d’Italia. Blangiardo: popolazione sotto i 59 milioni, salto indietro di 15 anni

In Italia si fanno sempre meno figli (ANSA LUCA ZENNARO)

“Il patrimonio demografico del Paese si sta assottigliando perché non produciamo più il Pil demografico, gli anni di futuro che vengono prodotti attraverso le nascite. La natalità è un modo per garantire continuità all’Italia”. È tutt’altro che roseo lo scenario descritto oggi da Gian Carlo Blangiardo, tra i più famosi demografi italiani e presidente dell’Istat, nel corso del convegno “Una nuova visione demografica per il futuro dell’Europa” organizzato oggi a Roma dal gruppo dei Conservatori e Riformisti al Parlamento europeo e al quale hanno partecipato diversi esponenti di Fratelli d’Italia: gli eurodeputati Nicola Procaccini e Giuseppe Milazzo e le senatrici Isabella Rauti e Tiziana Drago. Al convegno sono intervenuti, inoltre, il presidente di Scienza&Vita Alberto Maria Gambini e il presidente del Forum delle Associazioni famigliari dell’Emilia-Romagna, Alfredo Caltabiano.

l dati dell’Istat: natalità più bassa di sempre

Gian Carlo Blangiardo, Presidente ISTAT (ANSA/VALERIO PORTELLI)

Il capo dell’Istituto nazionale di statistica ha poi snocciolato alcuni dati significativi dell’ultimo report sulla dinamica demografica nel 2021. “La popolazione italiana complessiva è scesa per la prima volto sotto i 59 milioni. Questo vuol dire essere tornati al 2007”, ha detto Blangiardo. Poi il dato sui decessi: nel 2021 abbiamo registrato 709 mila morti, un numero superato “solo durante la Seconda guerra mondiale. Ma è sui nuovi bebè il dato più drammatico. “Abbiamo superato la barriera dei 400 mila. Abbiamo stabilito, ancora una volta, il record della più bassa natalità di sempre”. Questo vuol dire che “nel biennio 2020-2021 abbiamo perso oltre 600 mila persone, dal 2014 in poi ne avevamo perse altre 700 mila”. A questo si aggiunge il dimezzamento nel 2020 dei matrimoni, in una Nazione nella quale “la natalità è quasi per due terzi all’interno delle coppie coniugate”.

Il falso mito dell’immigrazione. Perché non è la soluzione

“Segnali preoccupanti”, ha rimarcato Blangiardo, che “ci collocano a livello europeo tra le posizioni peggiori. È dal 1997 che la popolazione è sotto il livello di ricambio generazionale, cioè che non è in grado di ricambiare se stessa”. Il presidente dell’Istat ha poi sfatato il falso mito secondo il quale l’immigrazione possa essere una soluzione al calo demografico. “Gli stranieri hanno avuto un aumento del numero dei nati fino al 2012, ora siamo già scesi. Il numero medio di figli per donna negli stranieri è più alto rispetto a quello degli italiani, ma è comunque inferiore al ricambio generazionale. Voglio dire: non è quella la soluzione”, ha sottolineato il demografo.

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La sfida mancata del PNRR

Bambini vanno a scuola (Getty Images)

Il tasso di natalità, è stato poi il ragionamento di Blangiardo, ha seguito l’andamento e le diverse ondate dell’epidemia da Covid, registrando negli ultimi due mesi del 2021 un rialzo. C’è “stato un rimbalzo, ha detto il capo dell’Istat, che però non deve illudere ma spingere ad adottare misure strutturali. A partire dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, sul quale in molti hanno segnalato la mancanza di una strategia specifica sulla natalità. La demografia, ha detto, “è una grande sfida che forse andava inserita in una programmazione un pochino più attenta ai grandi problemi del nostro Paese”. Dunque, cosa fare? “Questa è la fotografia, però parliamoci chiaro: conosciamo il malato, la malattia e la terapia. Sappiamo cosa fare: vogliamo finalmente andare in farmacia a comprare le medicine? Altrimenti il malato muore”.

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