Ucraina, il coro di Odessa canta il «Va’ Pensiero» ed emoziona il mondo

Gli artisti dell’Opera di Odessa intonano l’inno simbolo del Risorgimento italiano. Boom di condivisioni sul web e sui social

Il coro di Odessa canta il Va' Pensiero
Il coro di Odessa canta il Va’ Pensiero (screenshot Twitter)

Sta facendo il giro del mondo il video dell’esibizione all’aperto del coro lirico dell’Opera di Odessa, la città ucraina affacciata sul Mar Nero e minacciata dalle truppe russe. Tra i più emozionanti il «Va’ Pensiero», l’aria del coro del terzo atto del Nabucco di Giuseppe Verdi. Tra barricate e bandiere, sfidando gli attacchi delle forze armate di Vladimir Putin, gli artisti ucraini hanno eseguito in italiano il famoso canto degli schiavi ebrei sconfitti e sottomessi al Re di Babilonia, rappresentato per la prima volta nel 1842 e diventato poi l’inno dei moti risorgimentali italiani che hanno portato all’Unità nazionale.

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Sfondo dell’esibizione la facciata in stile neobarocco del teatro di Odessa, tempio della cultura e dell’arte e tra gli edifici più famosi della città. Il teatro sorge non molto lontano da un altro luogo simbolo: la scalinata Potëmkin, la monumentale porta di accesso della città al mare resa famosa nel mondo grazie al film dedicato alla celeberrima corazzata dell’Impero russo.

Brividi e commozione. Le reazioni di giornalisti e politici di mezzo mondo

Il video, postato dal giornalista francese Pierre Alonso, sta registrando il boom di condivisioni ed è stato ripreso in Europa e nel resto del mondo. Tanti i rappresentanti delle Istituzioni e dei politici che hanno scelto di pubblicarlo. “Brividi, lacrime e rabbia. L’Opera di Odessa canta Va’ Pensiero in strada, sotto la bandiera”, ha scritto su Twitter il ministro della Cultura Dario Franceschini, mentre l’europarlamentare di FdI e capogruppo dei Conservatori in Commissione Libertà civili del Parlamento europeo, Nicola Procaccini, ha postato il video su Facebook, scrivendo: “Questo coro dal Nabucco di Verdi fu decisivo per dare forza agli italiani, che di lì a breve si sarebbero conquistati la propria libertà. Oggi risuona da Odessa, la più italiana delle città d’Ucraina”.

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