In questi giorni numerosi giornali in Occidente stanno pubblicando volti e nomi di coloro che sono descritto come “gli uomini di Putin”, che sono a lui particolarmente vicini e con i quali il presidente russo si consulterebbe per le sue azioni di governo.
Alcuni di questi sono stati svelati anche dal “Data-room” del Corriere della Sera in un’inchiesta firmata da Domenico Affinito, Milena Gabanelli e Francesco Tortora. Si tratta di poco più di una decina di persone, prevalentemente ex agenti del Kgb diventati oggi potenti e ricchissimi, ma nella lista figurano in seguito anche politici, imprenditori e giornalisti.
Alcuni di questi sono coloro che detengono, insieme a Putin, i lancio dei missili a testata nucleare. Il primo della lista è quindi il ministro della Difesa Sergey Shoigu, ingegnere di 66 anni e una carriera divisa tra gli apparati sovietici e russi, uomo noto per avere dichiarato soltanto un mese fa che la Russia non stava pianificando alcuna invasione dell’Ucraina.
Secondo il Corsera Shoigu è l’uomo che gode di maggior ascolto da parte del Cremlino, e di conseguenza gli analisti lo considerano la personalità chiave del conflitto. Dopo di lui c’è il capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov, coetaneo di Shoigu che ha già all’attivo la partecipazione alla Seconda Guerra Cecena, la gestione dell’intervento russo nella guerra civile siriana e dell’occupazione della Crimea nel 2014.
A seguire, nell’entourage più stretto del presidente Putin ci sono l’ex ministro della Cultura e capodelegazione Vladimir Medinsky, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, il presidente della commissione Esteri Leonid Slutsky, il viceministro della Difesa generale Aleksander Fomin, il viceministro degli Esteri Andrei Rudenko e l’ambasciatore russo in Bielorussia Boris Gryzlov.
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In questi giorni la stampa internazionale sta elencando le proprietà di questi uomini vicinissimi a Putin, molte delle quali situate in Occidente. Si parla di palazzine a più piani, ville, edifici residenziali di lusso e appartamenti milionari nei centri storici di Mosca ma non solo.
Dopo la sua cerchia più stretta, infatti, figurano oligarchi che hanno accesso privilegiato al cuore del Cremlino, come il proprietario del gruppo di investimenti Volga Group Gennady Timchenko o il fondatore della società privata di sicurezza Wagner, Yevgeny Prigozhin, proprietario anche di società accusate di ingerenza nelle elezioni statunitensi del 2016 e di quelle di mid-term del 2018.
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L’articolo pubblicato dal Corriere della Sera cita poi il portavoce di Putin Dmitry Peskov, l’imprenditore petrolifero e migliore amico di Putin Sergei Roldugin, che secondo l’inchiesta Panama Papers è il custode segreto della ricchezza nascosta del presidente russo, oppure Igor Shuvalov presidente della statale Veb, una delle più grandi società di investimento e principale istituto di sviluppo in Russia che nel 2020 ha registrato asset per 50 miliardi di dollari.
Fino ai fratelli Rotenberg, Arkady e Boris, compagno di allenamento e allenatore di Judo di Putin. Tra i giornalisti, invece, figura Vladimir Soloviev, presentatore televisivo del talk show “The Evening”. La fondazione anti-corruzione di Aleksej Navalny sostiene che Soloviev, oltre al patrimonio immobiliare di oltre 17 milioni di dollari possieduto in Russia, è anche proprietario di due ville sul Lago di Como.