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Cronaca

Cani e gatti in fuga dalla guerra in Ucraina

Published by
Chiara Feleppa

Le famiglie in viaggio dall’Ucraina non hanno intenzione di lasciare e abbandonare i propri animali

Storia di chi fugge, e di chi resta. Bastasse citare Elena Ferrante e la sua trilogia de l’Amica Geniale per descrivere la situazione in Ucraina che, invece, è molto più drammatica. Ma è proprio nel dramma, nei colori più cupi di un racconto di guerra, che sprazzi di umanità – quella più fragile, più indifesa, più esasperata – sembra emergere e riportare la luce. In Ucraina, un Paese distrutto dai bombardamenti russi, c’è chi non ha potere di scegliere.

Sono gli uomini, quelli costretti alle armi e che, di vie di fuga, ne hanno davvero poche. Ci sono poi donne e bambini, che possono fuggire e andare via verso chissà quali confini. E poi ci sono gli animali, quelli che molti scelgono di non abbandonare e che, anche nella desolazione, riescono ad esseri i più fedeli e i più consolatori.

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Tra le migliaia di sfollati che lasciavano i villaggi bombardati, infatti, c’erano anche cani e gatti trascinati e protetti dai bombardamenti russi. Tra i bagagli, ci sono anche le conserve di cibo per gli animali. Sono loro i fedeli compagni di viaggio, pronti a regalare un sorriso, un momento di gioia ai bambini, un attimo di pace. E le famiglie, nonostante le mille difficoltà, non hanno alcuna intenzione di abbandonarli.

La famiglia di Irpin – composta da Alisa, Miketa e la mamma Tatiana – ad esempio, trucidata mentre cercava di fuggire, aveva con sé un trasportino con dentro il loro cane, morto e sepolto con loro. La Stampa riporta alcune storie di chi non ha mai pensato di abbandonare gli animali. “In settimana partiremo per l’Ucraina per andare a prendere 19 cani. La loro proprietaria non ha voluto lasciarli, nonostante la guerra”, ha raccontato a LaPresse Giusy D’Angelo, esperto cinofilo e membro della Giunta nazionale Enpa.

Decine di cani e gatti vengono evacuati in Germania dal canile di Odessa. Tantissime le richieste di adozioni di animali provenienti dall’Ucraina. “Ma voglio fare un appello ad una adozione consapevole: si tratta, infatti, di animali traumatizzati. Spesso, per colpa delle bombe, sono intolleranti ai rumori”, spiega Giusy D’Angelo. “Nella migliore delle ipotesi – sottolinea – sono cani e gatti stressati, per il lungo viaggio fino in Italia. Potrebbero quindi aver bisogno d’aiuto dal punto di vista comportamentale, e motivo e veterinario. Bisogna valutare bene se si è pronti ad adottare un animale, perché attraversare l’inferno dell’Ucraina per poi finire abbandonato in Italia sarebbe davvero un’assurdità”, conclude.

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Chiara Feleppa