Un report di Disclose, sulla base di “documenti riservati di difesa”, getta ombre sui rapporti tra la Francia e la Russia
Prima ancora che iniziasse il conflitto tra Russia e Ucraina, Emmanuel Macron è stato tra i leader più attivi nel cercare di scongiurare la guerra e provare a convincere Putin a desistere. Il presidente francese si è mosso in prima linea, provando un dialogo con il leader russo, che è risultato vano. Ma se da una parte la Francia ha cercato in tutti i modi di evitare lo scoppio del conflitto, dall’altra, secondo quanto emerge da documenti riservati della difesa, ha armato la Russia, vendendo a Putin un vero e proprio arsenale.
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Dal 2015 in poi, anno successivo all’annessione della Crimea, la Francia avrebbe venduto armi a Mosca. Operazioni che sarebbero cessate nel 2020. A rivelarlo è Disclose sulla base di documenti “riservati di difesa” e fonti aperte. Dai documenti emerge una verità molto scomoda per Macron: la Francia ha rilasciato almeno 76 licenze di esportazione di materiale bellico in Russia dal 2015, per un importo totale di 152 milioni di euro, come indicato nell’ultima relazione al Parlamento sulle esportazioni di armi. Secondo l’inchiesta si tratta principalmente di telecamere termiche destinate ad equipaggiare più di 1.000 carri armati russi, nonchè sistemi di navigazione e rilevatori a infrarossi per aerei da combattimento ed elicotteri da combattimento.
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L’Unione europea aveva imposto un embargo sulle armi alla Russia a partire dal 1 agosto 2014. Una presa di posizione decisa dopo l’annessione della Crimea (avvenuta a febbraio 2014) e alla proclamazione delle repubbliche di Lugansk e Donetsk. Eventi, uniti allo schianto di un boing 777 (abbattuto da un missile russo) che portarono all’annullamento della vendita di due navi alla Russia. Operazione che era stata inizialmente concordata da Francois Hollande. Ma da quel momento in poi le consegne di arsenale verso Mosca sarebbero riprese.
La conferma arriverebbe anche dalle parole del presidente ucraino Zelensky, che all’indomani del bombardamento della centrale nucleare di Zaporjia annunciò che che i carri armati russi che erano in prima linea durante i combattimenti “sanno a cosa mirano”, poiche’ sarebbero “dotati di telecamere termiche” ad alta risoluzione. Secondo le informazioni di Disclose e i documenti di difesa riservati, il gruppo Safran ha firmato la vendita, nel novembre 2013, delle termocamere “Matis STD” alla Russia. Nel 2016, 211 di queste telecamere a infrarossi dovevano ancora essere consegnate. Le telecamere Matis STD equipaggiano tre tipi di carri armati russi: il T-72, il T-90 e il T-80 BVM. Tutti e tre sono attualmente presenti sul fronte ucraino, come dimostrano video e foto postati sui social network