Hockeisti russi a favore della guerra: scandalo dopo il gesto, dure reazioni

Il plateale gesto degli hockeisti russi crea un polverone con conseguenze pesanti: mostrato in campo un segnale di sostegno alle iniziative di guerra.

Ci risiamo. Dopo il gesto del ginnasta Ivan Kuliak durante la premiazione a Doha, anche gli hockeisti russi hanno deciso di mostrare sostegno alle iniziative del presidente Putin nei territori ucraini. Lo hanno fatto con una sola lettera ma in maniera plateale.

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Gli hockeisti russi formano la “Z”, lettera simbolo del sostegno alla guerra in Ucraina (Twitter)

Protagonisti dell’episodio gli atleti di quattro club: Dinamo Mosca, Ska Neftyanik, Vodnik e Kuzbas. Nel campo con una sorta di catena umana hanno formato la “Z”, lettera ormai simbolo del sostegno alla guerra. “Z” sta infatti per “Za Pobedu”, che tradotto in italiano significa “Per la vittoria”

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Il simbolo è infatti apparso sui carrarmati russi che hanno viaggiato in Ucraina per poi scatenare l’inferno nelle città, fra esplosioni e vittime. Il gesto però, è stato fortemente condannato, ed ha generato uno scandalo con richieste pesanti nei confronti dei giocatori.

Hockeisti russi nel mirino: la “Z” crea scandalo, chieste sanzioni durissime

bandy hockey
Un recente match di bandy con le squadre schierata per l’inno russo (Youtube)

La scelta è stata di sicuro premeditata, ed ha unito le squadre avversarie nel mandare un messaggio a favore del conflitto scatenato in Ucraina. Le squadre coinvolte sono vicine infatti al governo e il segnale mandato durante il match di bandy, che è una disciplina simile all’hockey, si è trasformato in una valanga di proteste.

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Sui social diversi atleti e appassionati chiedono la sospensione a vita degli atleti, mentre molti quotidiani fanno i nomi di chi ha preso parte alla protesta e sottolineano invece i giocatori che hanno preso le distanze dal plateale gesto. C’è chi sottolinea che potrebbe essere stato imposto alle squadre, che comunque sono nel ciclone. La federazione del bandy infatti dovrà immediatamente valutare quali saranno le sanzioni da applicare, e la pressione mediatica cresce dopo una presa di posizione che sta creando sdegno.

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