Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Franco Gabrielli, lancia l’allarme e invita l’Italia a diventare più autonoma
La guerra non si combatte solo sul campo, ma anche a livello informatico. e le ultime notizie portano anche l’Italia a lanciare l’allarme. “La sicurezza assoluta non esiste, pochi minuti fa abbiamo assistito ad un attacco cibernetico ai siti governativi israeliani”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale, Franco Gabrielli, ospite a ‘Quarta Repubblica’ su Rete4. “La Nato oggi considera un attacco militare anche un attacco cibernetico, perché oggi tutto viaggia attraverso la rete”.
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E l’Italia può sentirsi al sicuro? “Noi ci preoccupiamo quando le cose avvengono” ha aggiunto Gabrielli, “invece dobbiamo prepararci e fare in modo che gli attacchi non
avvengano o che ci sia un ambiente resiliente, in grado di resistere a questi attacchi”. Un attacco cyber “è uno degli scenari possibili sul quale bisogna lavorare” perchè “quando un attacco avviene da una entità statuale può mettere un Paese in ginocchio perchè tutto viaggia su sistemi informatici”.
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Il conflitto in Ucraina mette l’Italia di fronte ad un bivio. Il nostro Paese, secondo quanto ribadisce il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli, ha l’obbligo di diventare più autonomo. Sia in campo economico, che informatico: “Dobbiamo puntare all’autonomia tecnologica se non a livello nazionale a livello europeo. Auspico che l’Europa recuperi il senso del proprio servizio perchè queste operazioni si fanno solo a livello europeo. Come cerchiamo di affrancarci dalla dipendenza russa nell’energia affrianchiamoci anche dalla da dipednenza se non russa anche cinese nel campo della sicurezza informatica o non andremo da nessuna parte. Adesso dobbiamo stare uniti e far si che questo scempio finisca”, ha concluso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale, Franco Gabrielli, intervistato a ‘Quarta Repubblica’, su Rete4, sulla situazione in Ucraina. “Abbiamo rapporti con i servizi alleati con scambio di informazioni fittissimo”.