Aborto, eutanasia, gender e temi etici. Notizie.com ha intervistato in esclusiva il portavoce di Pro Vita & Famiglia
Jacopo Coghe, lo Stato americano dell’Idaho ha approvato una legge che segue l’impostazione dell’Heartbeat Act del Texas, che vieta l’aborto dopo il rilevamento del battito cardiaco del bimbo nel grembo. C’è chi lo giudica un arretramento dei diritti, chi al contrario lo promuove come una battaglia di civiltà. Qual è il vostro parere? “Qualcuno contesta il fatto che la vita umana inizi col concepimento, ma penso possiamo essere tutti d’accordo che sicuramente c’è vita umana lì dove si sente un cuoricino che batte. E se c’è una vita umana, ci sono diritti umani da proteggere. Quindi siamo molto d’accordo con questa legge che aumenta il grado di protezione di una vita umana”.
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In Italia è acceso il dibattito sulla 194, in particolare dopo la circolare del ministro della Salute Speranza sulla de-ospedalizzazione della pillola abortiva RU486. Alcune Regioni, Piemonte in testa, si sono opposte. “Hanno fatto bene, perché la liberalizzazione della RU486 viola la legge 194 e banalizza l’aborto spesso omettendo del tutto i rischi per la salute connessi a questa pillola, oltre al fatto che disincentiva del tutto l’assunzione di responsabilità sociale verso le gravidanze difficili. Con la RU486 lo Stato abbandona le donne a se stesse”.
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I manifesti di Pro Vita & Famiglia sull’8 marzo sono stati contestati dal Comune di Roma e fatti rimuovere dall’assessore Lucarelli. Giorni dopo la vostra sede è stata vandalizzata più volte. In Italia c’è un ambiente ostile per chi fa battaglie prolife? “Sempre di più. La tanto decantata libertà di opinione ed espressione viene fortemente compressa quando si tratta di aborto o altri temi politicamente scorretti come l’ideologia gender, matrimoni e adozioni gay o utero in affitto. Se non ti allinei al registro comunicativo ‘ufficiale’ incorri in censure politiche e intimidazioni squadriste, come accaduto a noi”.
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La Camera ha approvato in prima linea il testo unico Bazoli sull’eutanasia. Domani sarà presentata la manifestazione nazionale “Scegliamo la vita”. Perché avete deciso di scendere in piazza? “Perché sentiamo il bisogno di manifestare pubblicamente la gioia e la bellezza della vita in ogni sua manifestazione, in un momento di diffusa sfiducia nei confronti della dignità e della potenzialità di ogni vita umana, anche quando è fragile e fiaccata dalla disabilità o dalla malattia. La vita è sempre degna di essere vissuta”.
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