Il Papa ha parlato in maniera fortemente allarmata per il rischio di un’eventuale guerra atomica, citando un passaggio molto doloroso del testo biblico.
Nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e terminata con la preghiera per la pace composta dall’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, e soprattutto “per la pace in Ucraina”, il Papa ha toccato molti temi legati all’attuale condizione che l’umanità sta vivendo. Segnata cioè da innanzitutto una pandemia, che sta per finire, ma che “mette un’ipoteca non lieve sulla nostra spensierata rappresentazione delle cose che contano, per la vita e per il suo destino”.
Che cioè secondo Francesco ci mette “sotto pressione, esposti a sollecitazioni opposte che ci rendono confusi”, ponendo l’umanità sotto due fuochi, con l’arrivo del conflitto ucraino, in cui al dolore per il passato si aggiunge la paura per il futuro. “Da un lato, abbiamo l’ottimismo di una giovinezza eterna, acceso dai progressi straordinari della tecnica, che dipinge un futuro pieno di macchine più efficienti e più intelligenti di noi, che cureranno i nostri mali e penseranno per noi le soluzioni migliori per non morire: il mondo dei robot. Dall’altra parte, la nostra fantasia appare sempre più concentrata sulla rappresentazione di una catastrofe finale che ci estinguerà”.
Insomma, una situazione altamente allarmante che fa dire a Francesco che, qualora dovesse succedere il peggio, vale a dire “con una eventuale guerra atomica”, per l’umanità non ci sarebbe scampo. “Il giorno dopo – se ci saranno ancora giorni ed esseri umani – si dovrà ricominciare da zero. Distruggere tutto per ricominciare da zero”, ha detto il Papa a braccio, ricordando quanto indicato nella Bibbia.
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“Il racconto biblico ci dice una cosa impressionante: Dio fu a tal punto amareggiato per la diffusa malvagità degli uomini, divenuta uno stile normale di vita, che pensò di avere sbagliato a crearli e decise di eliminarli. Una soluzione radicale. Potrebbe persino avere un paradossale risvolto di misericordia. Niente più umani, niente più storia, niente più giudizio, niente più condanna, niente di niente. E molte vittime predestinate della corruzione, della violenza, dell’ingiustizia sarebbero risparmiate per sempre”.
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Una riflessione molto dura quella di Francesco, che parte dalla considerazione che quasi “sembra che il simbolo del diluvio stia guadagnando terreno nel nostro inconscio”. “Non accade a volte anche a noi – sopraffatti dal senso di impotenza contro il male o demoralizzati dai profeti di sventura – di pensare che era meglio non essere nati?”, si è chiesto il Papa. Prima dell’affondo finale. “Dobbiamo dare credito a certe teorie recenti, che denunciano la specie umana come un danno evolutivo per la vita sul nostro pianeta? Tutto negativo”.