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Cronaca

Napoli, il terremoto riaccende la paura del risveglio dei Campi Flegrei

Published by
Chiara Feleppa

A riaccendere la paura dei napoletani sono state le scosse registrate nel corso della giornata di ieri

I Campi Flegrei si stanno risvegliando? L’allarme era stato lanciato qualche tempo fa dai ricercatori, preoccupati dalle condizioni del vulcano più grande d’Europa, attivo nell’area napoletana. I Campi Flegrei si trovano in uno stato di unrest da tempo ma, da 10 anni circa, sono di nuovo in sollevamento tanto che, dal 2012 sono passati dallo stato di quiete a quello di “attenzione scientifica”, dopo che sono stati rilevati segni di depressurizzazione del magma e di riscaldamento.

A dirlo uno studio pubblicato su “Nature Communications”, condotto dall’Ingv (Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia) di Bologna, Napoli e Palermo, dalle Università di Palermo e Roma Tre, e dall’Université de Savoie. Lo studio faceva notare che raggiunto il limite di pressione del magma durante l’ascesa verso la crosta, un vulcano quiescente può risvegliarsi. Secondo gli esperti, nel caso dei Campi Flegrei, “il magma sarebbe prossimo a raggiungere la pressione critica di degassamento, dove è già stato osservato un acceleramento nei processi di riscaldamento e deformazione”.

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Raggiunte le condizioni critiche, il magma rilascia grandi quantità di acqua sotto forma di vapore ad alta temperatura, iniettate nelle rocce che, a loro volta, si indeboliscono provocando un’accelerazione del risveglio. A riaccendere la paura dei napoletani sono state le scosse registrate nel corso della giornata di ieri. Sono stati più di 25 i terremoti che hanno interessato ieri i Campi Flegrei, associati all’evento sismico che alle 15.12 ha scosso la terra con una forza di 3.5 di magnitudo. A renderlo noto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La scossa più forte è stata percepita intorno alle ore 15.00.

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La zona dei Campi Flegrei è naturalmente soggetta a bradisismo, ma il sisma di magnitudo 3.5 è il maggiore registrato nell’area flegrea dalla crisi del 1983-84. L’area della Solfatara – si sottolinea dall’Osservatorio Vesuviano – è naturalmente soggetta a bradisismo, fenomeno a cui sono collegati vari sciami sismici di diversa intensità in corso da mesi. L’evento di ieri è il più forte nell’area flegrea dopo quarant’anni. L’evento principale – accompagnato da un boato – è stato preceduto da uno sciame di sedici eventi minori e seguito da altri sei eventi di minore intensità.

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Chiara Feleppa