Virale il video della contestazione all’equipaggio di Nave Carabiniere. Condanna dalle forze politiche, silenzio dalla sinistra radicale
Sta facendo il giro dei social network, con centinaia di commenti e condivisioni, il video degli insulti rivolti ai militari al passaggio di nave Carabiniere mentre transitava nel canale navigabile di Taranto per dirigersi nel Mar Piccolo: un gruppo di contestatori pacifisti ha urlato “assassini” e “vergogna”, tirando sassi contro la fregata missilistica della Marina Militare. La fregata stava rientrando dopo una missione operativa per effettuare lavori nei bacini dell’Arsenale militare. Nave Carabiniere fa parte del programma FREMM della Marina, ha un equipaggio di 168 tra uomini e donne, 145 metri di lunghezza ed un dislocamento a pieno carico di 6.700 tonnellate.
La condanna (quasi unanime) della politica
Insulti e sassi contro una fregata della Marina Militare italiana. Quanto avvenuto a Taranto è un’offesa a chi ogni giorno, con indosso una divisa, difende l’Italia con coraggio e sacrificio. Questo non è pacifismo, è idiozia. pic.twitter.com/ayJit6kcBo
— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) March 17, 2022
L’episodio è stato condannato dalle Istituzioni e dalla politica, ma non in modo unanime. Dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini (“sono azioni che si commentano da sole”) a quello degli Esteri Luigi Di Maio (“a donne e uomini della Difesa devono andare solo ringraziamenti”), passando per il presidente di Fratelli d’Italia e leader dell’opposizione, Giorgia Meloni, che su Twitter ha pubblicato il video degli insulti diretti ai militari: “Quanto avvenuto a Taranto non è pacifismo, è idiozia”. Nessun commento è arrivato, invece, dalla sinistra più radicale.
La Digos indaga. I reati contestati
La Digos sta procedendo in queste ore all’identificazione dei manifestanti che, dalle prime indagini, sarebbero riconducibili proprio all’ambiente dei centri sociali. “Una ventina di persone”, secondo quanto appreso dall’Agi da fonti investigative. Le ipotesi di reato vanno dalla manifestazione non autorizzata al vilipendio di corpo armato dello Stato.