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Cronaca

Anche l’Italia ha il suo “teatro di Mariupol”: quell’episodio del 1938

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Francesco Spagnolo

Il bombardamento del teatro di Mariupol è avvenuto nell’anniversario di un fatto molto simile che l’Italia ha presto dimenticato. Due episodi avvenuti in periodi diversi ma con un obiettivo identifico: terrorizzare, inviare messaggi politici e influenzare la diplomazia.

Il 16 marzo 2022 a Mariupol i russi hanno bombardato il teatro. Un gesto criminale indiscriminato e ingiustificato che ha fatto indignare tutto il mondo. Messaggi di condanna sono arrivati anche dall’Italia, ma proprio il nostro Paese quasi cento anni prima (16 marzo 1938) è stato protagonista di un gesto molto simile che, come ha scritto Riccardo Pennisi sui propri profili social, è stato dimenticato molto presto.

Il teatro di Mariupol dopo il bombardamento © Ansa

Stiamo parlando del bombardamento di Barcellona deciso da Benito Mussolini perché non c’erano obiettivi militari. Anche in questo caso un attacco indiscriminato che provocò centinaia di vittime civili.

Due episodi avvenuti a quasi 100 anni di distanza, ma che hanno sempre lo stesso obiettivo: quello di spaventare, lanciare messaggi politici e inviare dei chiari segnali alla diplomazia.

Barcellona come Mariupol e l’Italia come la Russia

Il teatro prima del bombardamento © Ansa

Due episodi che, come detto, sono molto simili tra di loro, ma forse quello compiuto dall’Italia nel 1938 è ancora molto più forte. Mussolini, infatti, diede il via libera a bombardare la città di Barcellona per ben tre giorni consecutivi. Un periodo di 40 ore che vide tre attacchi compiuto dall’esercito italiano.

Un bilancio di 900 vittime e oltre 1500 feriti, ma soprattutto una città messa in ginocchio da una decisione presa a Roma e che ancora oggi non ha una reale motivazione militare visto che non c’erano obiettivi in quella zona.

Ma, come scritto da Pennisi sul proprio profilo social, dietro questo attacco c’erano due motivazioni. La prima era quella di convincere i repubblicani di Barcellona che la guerra era ormai perduta. E questo obiettivo è stato raggiunto visto che dopo il bombardamento i catalani si convinsero che i fascisti avrebbero vinto questo conflitto. La seconda motivazione, forse quella più importante, era di impressionare Adolf Hitler.

Insomma, un episodio che, come detto, l’Italia ha dimenticato molto presto e Barcellona è ancora in attesa delle scuse del nostro Paese per un bombardamento che ha messo in ginocchio un’intera città.

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Francesco Spagnolo