E’ stato condannato dal Tribunale di Roma a dieci mesi di carcere un giudice onorario per i minori. Una sentenza arrivata nonostante la richiesta da parte della Procura di assolvere l’imputato. E la motivazione di questa sentenza è terrificante.
Dieci mesi di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici. E’ questa la sentenza del Tribunale monocratico di Roma nei confronti di un giudice onorario per i minori, accusato di aver adescato alcune bambine tramite chat di un social network.
Come riportata dall’Ansa, la decisione dei giudici romani è arrivata al termine di un lungo percorso di indagine su fatti risalenti agli anni 2016 e 2017. In particolare, gli approfondimenti degli inquirenti hanno portato alla luce dialoghi tra l’uomo e queste ragazzine via chat.
Tutte prove che hanno portato il Tribunale monocratico di Roma a condannare il giudice a dieci mesi di carcere. Decisa anche una interdizione perpetua dai pubblici uffici. La vicenda giudiziaria, quindi, si conclude qui, ma non sarà per nulla semplice per le vittime dimenticare quanto successo.
La Onlus ‘La Caramella Buona’: “Il giudice ha confermato il nostro quadro accusatorio”
A dare vita a questa indagine e, successivamente, alla condanna è stata la Onlus La Caramella Buona. “Quando siamo venuti a conoscenza di tale condotta – ha spiegato Roberto Mirabile, presidente di questa associazione – abbiamo valutato approfonditamente quanto in nostro possesso e deciso di costituirci parte civile al processo“.
“Noi combattiamo da 25 anni la pedofilia e lo facciamo con ancora più forza quando a macchiarsi di questo resto sia un soggetto che dovrebbe proteggere e non importunare i più piccoli – ha aggiunto Mirabile – grazie al lavoro del nostro avvocato Monica Nassisi siamo riusciti a confermare il quadro accusatorio e il giudice ha condannato l’imputato nonostante la Procura ne avesse chiesto l’assoluzione“.
Una sentenza che, come detto, chiude definitivamente questa vicenda dal punto di vista giudiziario. Ma per le vittime non sarà sicuramente più semplice riuscire a dimenticare quanto successo tra il 2016 e il 2017.