Il Governo si avvicina ad incrementare le spese militari verso il traguardo del 2 per cento del Pil
La Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno relativo al cosiddetto “Decreto Ucraina”, impegnando il Governo ad avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso la soglia del 2% del Prodotto lnterno Lordo (PIL). Il documento è stato proposto dalla Lega ed è stato stranamente sottoscritto da diversi deputati tra cui il Pd, Forza Italia, Italia viva, M5S e Fratelli d’Italia. Una maggioranza piuttosto larga, con 391 voti favorevoli su un totale di 421 presenti, tra cui 19 contrari.
L’ordine del giorno della Lega impegna il governo a portare dall’1,5 al 2% del pil le spese militari entro il 2024, con un aumento da 25 a 38 miliardi. Ad opporsi gli ex grillini di Alternativa, Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, le deputate di ManifestA e i verdi. Dai partiti di maggioranza sono arrivati quattro no: Gabriele Lorenzoni ed Enrica Segneri (M5S) e Matteo Dell’Osso e Veronica Giannone di Forza Italia. Tutti di maggioranza i 5 astenuti. Ha votato a favore, invece, l’ex ministro Delrio.
Soddisfatto il ministro della difesa Guerini (Pd), che aveva richiesto un aumento in tal senso. Secondo Guerini, la direzione presa implicherà un “passaggio graduale” dai circa 25 miliardi di euro l’anno attuali (68 milioni al giorno) destinati al settore ad almeno 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno). Attualmente l’Italia destina l’1,4% del proprio PIL alla Difesa, in linea con la media europea e un andamento decrescente avviato con il secondo dopoguerra. Una tendenza che si discosta dall’indicazione di spesa di almeno il 2% del PIL in ambito NATO.
Il Governo si avvicina così ad incrementare le spese militari verso il traguardo del 2 per cento del Pil, “dando concretezza a quanto affermato alla Camera dal Presidente del Consiglio il 1 marzo scorso e predisponendo un sentiero di aumento stabile nel tempo, che garantisca al Paese una capacità di deterrenza e protezione, a tutela degli interessi nazionali, anche dal punto di vista della sicurezza degli approvvigionamenti energetici”, ha detto Draghi. Dunque, una quota pari al 2 per cento del prodotto interno lordo del Paese sarà impiegata per gli investimenti nel settore, nel campo della difesa.