Omicron 2 in crescita in Italia: ecco quali sono i sintomi

L’aumento dei casi di Covid in Italia è strettamente legato alla presenza di Omicron 2. Andiamo a vedere nei dettagli i sintomi.

In Italia nelle ultime settimane c’è stato un crescita di casi Covid. Un aumento che sembra essere strettamente legato alla diffusione ormai in tutte le province italiane della Omicron 2, una sottovariante della mutazione sudafricana.

Omicron 2 sintomi
Ecco quali sono i sintomi della variante Omicron 2 © Ansa

Al momento questa variante sembra essere più contagiosa, ma, come confermato anche da Pregliasco ai nostri microfoni, non destinata a procurare gravi problemi alle persone vaccinate con tre dosi. Questo ha consentito al nostro Paese di riaprire anche se l’attenzione del Governo resta molto alta e il premier Draghi ha confermato la possibilità di adattare il nuovo sistema all’andamento della pandemia.

Ma quali sono i sintomi di questa variante? I più segnalati sono naso che cola, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari, starnuti e mal di gola. Appaiono meno frequenti, invece, la perdita di olfatto e gusto. Naturalmente essendo ancora all’inizio non si escludono in futuro la scoperta di altri sintomi collegati a questa mutazione.

La durata della variante Omicron 2

Durata Omicron 2
La durata della variante Omicron 2 © Ansa

Per quanto riguarda la durata, invece, i dati sono molto simili a quella principale. La malattia, infatti, ha un tempo di 5-7 giorni con una incubazione media di 3. Si tratta di numeri quasi identici alle mutazioni precedenti.

La grande differenza, come detto in precedenza, è rappresentata dalla sua contagiosità e dagli effetti meno gravi sui positivi. Questo ha consentito al premier Draghi di dare il via libera ad un certo ritorno alla normalità per l’Italia sempre però con lo sguardo ai dati e alla possibilità di fare un passo indietro se il quadro dovesse peggiorare.

Al momento, però, la situazione è abbastanza sotto controllo. I casi sono in aumento ormai da un paio di giorni, ma la pressione sui servizi sanitari continua a diminuire. Un segnale che sembra confermare la meno pericolosità di questa variante e l’estate in arrivo dovrebbe consentire al nostro Paese di non fare passi indietro almeno fino a settembre quando, con l’autunno alle porte, si potrebbero avere numeri diversi.

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