Sono amici fedelissimi, di infanzia o di famiglia, ex colleghi del Kgb o dellâuniversitĂ , alcuni con lavori umili, dietro cui potrebbe celarsi lâenorme patrimonio occulto del presidente russo.
Ci sono infatti dei âprivilegiatiâ che controllano lâeconomia russa, e tra questi ce ne sono anche alcuni dietro cui potrebbe nascondere lâingente ricchezza del presidente russo. âFedelissimi di Putin come Alexei Miller, capo della Gazprom, e Igor Sechin, numero uno della Rosneftâ, scrive il settimanale lâEspresso. Si tratta di uomini dâaffari arricchitisi giĂ dai tempi di Boris Eltsin, quando acquisirono a prezzi molto bassi proprietĂ e aziende pubbliche diventate private dopo il crollo dellâUnione Sovietica.
Tutti questi uomini vanno costantemente a rapporto dallo Zar e ora sono a dir poco preoccupati per i loro enormi patrimoni in Occidente, minacciati da durissime sanzioni che comincerebbero a impensierirli. Le stime sui loro patrimoni, pubblicate dal quotidiano LâEspresso, parlano di 21 miliardi di dollari per Alexei Mordashov, re dellâacciaio, e di 23 per Vladimir Potanin, ex viceministro ora alla guida del colosso Norilsk Nickel. Poi câè il boss del petrolio della Lukoil, Vagit Alekperov, 17 miliardi, e il banchiere Petr Ave, 5 miliardi.
Una cerchia che nellâera di Putin è diventata sempre piĂš ristretta ed esclusiva, in cui pochi vantano un rapporto assolutamente unico con il presidente, di amicizia, di famiglia ma anche di carriera, vivendo un arricchimento senza precedenti negli anni di governo dello zar. Talvolta sono vecchi colleghi di Putin, uomini che hanno lavorato con lui al Kgb, nella centrale di spionaggio di Dresda, ma anche amici di gioventĂš o di universitĂ .
A questi si aggiungono però âi presunti tesorieri occultiâ, personaggi cioè che sono sospettati di custodire miliardi per conto dello stesso Putin, che a sua volta non può dichiararli perchĂŠ altrimenti sarebbe la dimostrazione di una corruzione endemica nel Paese russo.
Le accuse riportate dal settimanale LâEspresso vengono da alcuni giornalisti russi dissidenti, perseguitati dal regime e che continuano a scrivere per testate indipendenti, che hanno collaborato negli scorsi anni con lo stesso settimanale italiano. Questi affermano che attorno a Putin sarebbero cresciuti patrimoni sproporzionati, ma soprattutto tenuti ben nascosti, al riparo da occhi indiscreti. E impossibili da giustificare in maniera lecita.
Tra questi câè Mikhail Shelomov, figlio di una cugina di Putin, tecnico di una compagnia navale pubblica russa, che ha dichiarato solamente entrare da dipendente statale ma che allo stesso tempo ha investito segretamente 573 milioni di dollari in quote di Bank Rossiya e Sogaz, la compagnia di assicurazioni della Gazprom, acquisendo infine anche una ricca societĂ di nome Platinum. Oppure Sergei Roldugin, amico di famiglia di Putin, di mestiere violoncellista che però ha intestata a lui âuna fortuna a nove zeri, smascherata nel 2016 con i Panama Papersâ.