Cresce la tensione nelle città controllate dai russi. Le truppe d’occupazione reagiscono ai civili e usano le armi. Il ministro degli Esteri ucraino: vergogna per l’umanità
Kherson, città portuale nel sud dell’Ucraina e a nord della Crimea, è uno dei principali centri urbani del Paese. È stato tra i primi ad essere passati sotto il controllo delle forze di Putin ma da giorni è teatro di proteste e manifestazioni da parte dei cittadini ucraini, che scendono in piazza contro le truppe d’occupazione. Ieri un corteo di persone composto da donne, bambini e anziani si è mosso lungo la via principale della città e ha costretto i mezzi militari con la ‘Z’ simbolo dell’invasione a fermarsi e a fare marcia indietro. I cittadini di Kherson non sono i soli a scendere in piazza: manifestazioni simili si stanno svolgendo anche in altre città controllate dai russi, da Kakhova a Berdyansk.
Secondo quanto riportato da diversi media internazionali, la situazione sarebbe però degenerata nelle ultime ore. Da diversi video pubblicati su Twitter e sui social una manifestazione pacifica che si stava svolgendo in piazza della Libertà a Kherson sarebbe stata interrotta dalle forze armate russe. I militari avrebbero aperto il fuoco, lanciato granate stordenti e usato gas lacrimogeni per disperdere la folla di civili. Diverse fonti di informazione riportano la notizia di feriti, ma al momento non ci sono conferme. Durissima la reazione del governo di Kiev. Su Twitter il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha pubblicato il video delle proteste e le immagini di un anziano ferito e soccorso da altri cittadini. “A Kherson, criminali di guerra russi hanno aperto il fuoco contro persone disarmate che stavano protestando pacificamente contro gli invasori. Questa è la faccia violenta della Russia, una vergogna per l’umanità”, ha detto il capo della diplomazia ucraina.
“Sui territori temporaneamente occupati si stanno perpetrando veri crimini contro l’umanità. Riceviamo quotidianamente notizie di una vera catastrofe umanitaria, di omicidi, saccheggi, stupri”, ha denunciato nel quotidiano videomessaggio l’arcivescovo di Kiev Sviatoslav Shevchuk. “Le persone stanno protestando contro i loro stupratori e assassini. E fanno capire che Kherson e le altre città dell’Ucraina, che sono oggi occupate, sono l’Ucraina e vogliono vivere in uno stato ucraino indipendente e libero”.