Conte: “Miei colloqui con Putin? Nessuna attività impropria”

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’ex premier ha parlato dei suoi colloqui con delegazioni da Mosca e con lo stesso Putin, allontanando l’ipotesi che possano esserci state attività improprie

Non ci fu nessuna attività impropria quando nel marzo del 2020 la delegazione russa arrivò in Italia, nel momento in cui Giuseppe Conte era il presidente del Consiglio. Ad affermarlo, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, è lo stesso ex premier, che ha raccontato i motivi che portarono a quell’incontro con Vladimir Putin e ai relativi accordi.

Vladimir Putin e Giuseppe Conte
Un incontro tra Vladimir Putin e Giuseppe Conte (Ansa)

Quello era un periodo estremamente delicato per l’Italia, esattamente all’inizio della pandemia di Covid-19: “Ebbi colloqui con i leader di tutto il mondo e mi cercarono per manifestare solidarietà per quello che stava accadendo e per aiutarci. Tra questi anche Putin, che si offrì di mandare personale specializzato. […] Noi eravamo in grandissima difficoltà. Non avevamo mascherine, non avevamo ventilatori. I nostri esperti non avevano neppure un protocollo di azione e non avevamo neppure sequenziato il virus. Ogni aiuto era ben accetto“.

I colloqui tra Conte e Putin

Giuseppe Conte e Vladimir Putin
Giuseppe Conte, ex premier italiano, in un incontro a Berlino con il leader russo Vladimir Putin (Ansa)

Il presidente del Movimento 5 Stelle ha assicurato che tutto si sia svolto in massima sicurezza: “Ne parlai con il ministro della Difesa Guerini e degli Esteri Di Maio, ma anche con altri ministri. Putin mi disse che la squadra era autosufficiente. Posso assicurare che tutto si è svolto con il nostro controllo militare. E i direttori delle agenzie di intelligence Aise e Aisi hanno assicurato che non c’è mai stata attività impropria che ha travalicato i confini sanitari“. Nessun elemento insomma che possa lasciar pensare ad attività di spionaggio secondo Giuseppe Conte, che poi ha anche raccontato di come nei suoi colloqui con Putin non fosse mai emerso il suo “disegno di attaccare l’Ucraina: “Anche quando l’attuazione degli accordi i Minsk è stata al centro delle nostre conversazioni. Non so cosa l’abbia spinto a mettere in atto questa invasione, ma sicuramente è una iniziativa militare grave e inaccettabile che rischia di fare molto male anche al suo popolo, condannandolo a un isolamento politico e a una grande sofferenza economica e sociale“.

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