Covid, La Verità e la tardiva scoperta che i divieti non fermano il virus

Ormai sta venendo sempre più fuori, secondo il quotidiano, che le restrizioni non erano necessarie per combattere la pandemia

Chiusure e limitazioni bluff. E’ così? Secondo il quotidiano la Verità è proprio quello che sta emergendo giorno dopo giorni, e a dirlo sono gli stessi esperti che da mesi e quasi due anni hanno spinto in quella direzione per poi sostenere adesso qualcosa di diverso se non proprio il contrario. Ancora una volta, le affermazioni di Andrea Crisanti sconfessano l’utilità delle misure restrittive mantenute nel nostro Paese, però ci fanno chiedere come mai si sia perso tanto tempo con le restrizioni di massa per le precedenti varianti, visto che questa è la condizione di convivenza con il Covid.

Andrea Crisanti
Le parole di Andrea Crisanti sui morti fanno discutere sui social © Ansa

Il professore di microbiologia all’università di Padova, precisava che, al di fuori delle categorie protette, se “siamo vaccinati, anche se ci prendiamo il Covid non succede nulla di grave. È come un’influenza“. Quanto a chi non ha fatto nemmeno una dose o il booster, pazienza. Lo scorso settembre non la pensava così, quando metteva in guardia: “Con la variante Delta, che ha un indice di trasmissione superiore a 7, tutte le persone non vaccinate si infettano in due anni. Non c’è la possibilità di scappare dal virus con questo tipo di trasmissibilità“. Poi arrivò la sudafricana, ancora più veloce nel diffondere il contagio, e il professore ribadì: “Con Omicron non c’è scampo per i non vaccinati“.

Crisanti: “Basta con il green-pass e le mascherine”. Bassetti: “I vaccini sono avanti, ma ora basta con le restrizioni”

Matteo Bassetti © Facebook
Matteo Bassetti © Facebook

Roberto Speranza non si sentirebbe tranquillo nemmeno con il 99,9% degli italiani vaccinati, avere oltre il 91% di inoculati non è bastato a cancellare green pass e super carta verde. Questi obblighi insensati perdureranno dopo il 31 marzo, termine dello stato di emergenza, costringendo a un tampone ogni 48 ore i lavoratori privi del Qr code, o a mostrare il test negativo prima di salire su aerei, navi o treni non locali. Parliamo di attività e di spostamenti essenziali, se poi consideriamo le limitazioni prolungate che riguardano ristoranti e bar al chiuso, o cinema e teatri, la road map degli allentamenti è decisamente una presa in giro sconfessata dagli esperti che adesso hanno il coraggio di prendere le distanze da Speranza.

Come fa Crisanti, che perfino sui dispositivi di protezione ha ridicolizzato le misure non archiviate. “L’obbligo della mascherina al chiuso è del tutto ininfluente, perché per funzionare bisognerebbe non togliersela mai“, dichiara. Un anno fa la sua idea, invece, era che se utilizzassimo tutti le Ffp2sicuramente abbatteremmo la circolazione del virus in modo importante“. Oltre alle versioni contrastanti sull’utilità di mascherarsi al chiuso e all’aperto, con Walter Ricciardi strenuo difensore dell’obbligo “almeno fino a giugno“, assistiamo alle valutazioni diametralmente opposte circa l’impatto di Omicron2. L’infettivologo Matteo Bassetti, convinto lo scorso novembre che “alcune attività sarebbe bene farle fare unicamente a chi è guarito o a chi è vaccinato” e, a dicembre, che Omicron avrebbe contagiato “molti di quelli che non hanno la terza dose“, mentre la variante non ha risparmiato i boosterizzati, adesso ridimensiona gli effetti di quella che definisce “la gemella espansiva di Omicron 1“. Con i margini super ridotti di autonomia che questo governo concede, la crescita dei contagi non sarà certo attribuibile a un “liberi tutti”

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