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Cronaca

Covid, la ventilazione controllata abbatte il rischio contagio di oltre l’80%

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Benedetto Guardini

I risultati dello studio nelle Marche governate da FdI. Acquaroli: i dati ci danno ragione. E la Regione chiede al Governo di investire 2 miliardi

La presentazione dello studio sulla ventilazione meccanica controllata. Al centro il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, FdI (FOTO NOTIZIE.COM)

Gli impianti di ventilazione meccanica controllata installati negli ambienti chiusi possono arrivare ad abbattere il rischio di infezione da Covid-19 fino all’82,5%. Lo certifica uno studio condotto dalla Fondazione David Hume presieduta da Luca Ricolfi, docente di Analisi dei dati all’Università di Torino, in collaborazione con la Regione Marche presieduta dal governatore Francesco Acquaroli. Le Marche sono la prima e l’unica Regione italiana ad aver creduto e investito fin da gennaio 2021 in questa tecnologia di riduzione degli elementi inquinanti nell’aria per garantire lo svolgimento dell’anno scolastico il più possibile in presenza. “Continueremo ad investire in questa direzione. La salubrità dell’aria e la qualità degli ambienti in cui vivono i nostri ragazzi siano fondamentali per contrastare non soltanto il Covid ma anche altre patologie respiratorie”, ha detto il governatore di Fratelli d’Italia Acquaroli, che ha poi ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile questo intervento “in tempi in cui ancora nessuno credeva a questo metodo”.

Gli esperti concordano: sulla circolazione del virus la Vmc funziona meglio del vaccino

Bambini in classe con le mascherine (© Getty Images)

L’impatto della ventilazione meccanica controllata, ha sottolineato il professor Ricolfi, “è molto forte e statisticamente significativo, oltre che generalizzato”. Il presidente della Fondazione Hume ha poi sottolineato come il “fattore di abbattimento assicurato dalla Vcm è paragonabile a quello del vaccino: molto efficace e insostituibile come protezione dalla malattia, ma meno dal punto di vista della trasmissione”. Questo sistema, ha concluso l’esperto, “ha una capacità di contenimento della circolazione del virus doppia rispetto al vaccino”. Ad illustrare i benefici del sistema anche il professor Giorgio Buonanno, docente di Fisica Tecnica Ambientale all’Università di Cassino e alla Queensland University, che ha sottolineato come quella portata avanti dalle Marche rappresenta un’esperienza virtuosa a livello nazionale. “L’errore commesso nella gestione della pandemia è stata quella di considerare la trasmissione del virus solo legata alla diffusione tramite droplet, che non sono altro che grosse particelle che cadono in prossimità delle persone infette, contrastata con distanziamento e lavaggio delle mani. Misure che da sole non funzionano perché esiste un terzo meccanismo, ben più importante, che è quello dell’aerosol (goccioline piccole invisibili). Negli ambienti chiusi è essenziale affidarsi alla ventilazione controllata che assicura risultati migliori”, ha spiegato l’esperto.

L’appello al Governo: investa 2 miliardi di euro

Il presidente del Consiglio Mario Draghi © Ansa

A sollecitare un intervento dell’Esecutivo a livello strutturale anche l’assessore regionale all’Edilizia scolastica, Francesco Baldelli. “Chiediamo al Governo un investimento in campo nazionale di circa 2 miliardi”, ha detto in conferenza stampa l’esponente di FdI. L’obiettivo è “dare sicurezza agli ambienti dove vive la maggior parte del loro tempo gli studenti marchigiani e gli operatori scolastici”.

Meloni incalza Draghi: i numeri ci danno ragione, altro che green pass

Il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni nell’Aula della Camera (Ansa Foto)

“I risultati che emergono da questa analisi sono evidenti e danno ragione a Fratelli d’Italia e al governatore Francesco Acquaroli: i primi a credere e ad investire in questa tecnologia per combattere la pandemia e a chiedere un intervento mirato e strutturale prima al governo Conte e poi al governo Draghi”, ha commentato il leader di FdI Giorgia Meloni, che ha poi incalzando l’Esecutivo. “Speriamo che di fronte a questi numeri l’Esecutivo capisca che per fronteggiare il Covid sono queste le misure da utilizzare, non il green pass o altri provvedimenti che limitano la libertà”.

 

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