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ESCLUSIVA – Orsina: “Putin è l’aggressore, ma alla fine bisognerà negoziare”

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Paolo Colantoni

Il politologo e professore di Storia Contemporanea alla Luiss: “Giusto definire i buoni e i cattivi, ma non bisogna perdere la razionalità”

Le parole di Zelensky alla Camera, quelle di Draghi, che ha annunciato l’appoggio all’Ucraina, considerandola parte integrante dell’Unione Europea. Tutto questo mentre il conflitto va avanti, tra accuse a distanza e attacchi continui. A che punto siamo arrivati in questo conflitto? Qual’è il ruolo dei protagonisti e come andrà a finire? Ne abbiamo parlato con Giovanni Orsina, professore di Storia Contemporanea e direttore della School of Government alla Luiss.

Vladimir Putin (Ansa Foto)

“Stiamo assistendo ad una guerra strana, nella quale il presidente di uno degli Stati coinvolti interviene costantemente. E’ la guerra di zoom, della videoconferenza ha dichiarato Orsina in esclusiva ai nostri microfoniZelensky ha scelto questa strada, che è quella di fare una grande operazione di raccolta di consensi e simpatie. È del tutto comprensibile: le parti sono ben chiare, Putin è l’aggressore e Zelensky l’aggredito, e si può e si deve simpatizzare con gli ucraini e antipatizzare con Putin. Quel che mi preoccupa, però, è l’emotività della sfera comunicativa occidentale, che ha fame di sensazioni forti e tende, di conseguenza, a essere manichea, a definire i buoni e i cattivi”.

Dall’inizio del conflitto si sono registrate diverse dichiarazioni pesanti.Una cosa che mi preoccupa – continua Orsina a Notizie.com –  tanto più poiché mi sembra che anche nel mondo politico e istituzionale, italiano e occidentale, certe dichiarazioni poco diplomatiche stiano perseguendo il fine di esacerbare gli animi. Ecco: un’emotività che vada fuori controllo potrebbe far dimenticare che, prima o poi, con Putin bisognerà sedersi intorno a un tavolo e negoziare. Insomma: è indubbio che dobbiamo prendere parte, e la comunicazione di Zelensky mira a rafforzare la nostra scelta di campo. L’importante però e che ci conserviamo lucidi e razionali”.

 

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Paolo Colantoni