Il Ministro della Salute parla di vaccini, delle mascherine e lancia l’allarme sulla pandemia. Dichiarazioni che fanno discutere
Il 31 marzo terminerà lo stato d’emergenza. E da quel momento in poi molti divieti cadranno. Anche l’Italia, seguendo l’esempio della Francia, della Romania e di altre nazioni che lentamente hanno deciso di guardare oltre la pandemia, abbandonerà alcune limitazioni. Ma il Ministro della Salute Roberto Speranza resta con i piedi per terra ed invita tutti a non abbassare la guardia.
Anzi, nelle sue parole si legge ancora la paura per una situazione ancora lontana dalla risoluzione. “Io ho sempre detto che la pandemia non è finita, ma oggi abbiamo strumenti per gestirla in maniera diversa. In particolare il dato delle vaccinazioni è molto incoraggiante”. Lo dice il Ministro della Salute Roberto Speranza a margine di un incontro presso l’azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. “Non dobbiamo abbassare la guardia, dobbiamo continuare ad avere un’attenzione in particolare all’utilizzo delle mascherine al chiuso e poi continuare a fare le terze dosi”. “Importante anche fare la 4/a dose – ha concluso – ora per gli immunodepressi, vedremo se anche a fasce d’età più avanzate”.
Il Ministro ha poi provato a spiegare i passi in avanti fatti dal mondo scientifico. “Peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla e noi oggi siamo ad uno snodo sociale nella storia del servizio sanitario nazionale. Noi oggi possiamo provare a pianificare una sanità diversa per il futuro. Vogliamo trasformare, in tema di sanità, una crisi in un’opportunità. C’è una nuova grande consapevolezza dopo la pandemia Covid che la sanità è un vero patrimonio pubblico che abbiamo. Per troppi anni la sanitá nel nostro paese è stata considerata una spesa e non invece un investimento nella qualità della vita dei cittadini”, continua Speranza. “Oggi è il momento di voltare pagina, è la quantità di diritto alla salute che vogliamo avere a decidere sui parametri delle tabelle del ministero e non il contrario. Ogni euro che si mette alla sanità è il più grande investimento sulla qualità della vita delle persone”, aggiunge il ministro. “Trasformiamo oggi queste parole in fatti che possano incidere nella vita delle persone. Le risorse non bastano e insieme alla risorse servono le riforme ma senza le risorse non si va da nessuna parte. Le risorse non sono sufficienti ma sono sempre necessarie. Il fondo sanitario nazionale era di 114 miliardi di euro, prima dell’arrivo del Covid e mediamente nel fondo si aggiungeva solo 1 miliardo l’anno mentre adesso è di 124 miliardi di euro in due anni e presto spero che diventeranno 126 e 128 di miliardi e quindi un contributo nazionale arriverà dai 10 miliardi in un colpo solo con il Pnrr solo sulla salute”, conclude Speranza