Il professore di Economia della Luiss dice la sua: “Non conosco i contratti, ma non credo che ci sia la possibilità di cambiare valuta a piacimento”
Provocazione o cosa seria? Putin esce allo scoperto e decide che le forniture del gas vengano “pagate solo in rubli” soprattutto nei confronti dei paesi ostili. Una mossa che ha spiazzato un po’ l’Europa e i mercati, ma secondo Marcello Messori le cose non sono proprio in questo modo e lo spiega a Notizie.com in modo articolato ma chiaro: “Ad oggi il pagamento del gas e di altri beni russi sono pagati in euro e dollari, in valute forti e c’è una regola interna alla Russia tale per cui le banche che sono ancora attrici di questa transazione a favore di Gazprom, ad esempio, devono dichiarare questo flusso di entrata e la società che ha fatto l’esportazione deve convertire l‘80% da dollari o euro in rubli. Ciò significa che c’è qualcuno che domanda rubli e offre valuta forte, questo ha l’effetto di aumentare la domanda di rubli, tenendo su il tasso di cambio del rublo rispetto alle monete forti“.
Secondo Messori non ci sono tante possibilità anche perché “se si chiede conversione all’origine vuol dire chiedere agli intermediatori finanziari di fare questo lavoro al posto delle due banche russe con la differenza che non avrò più l’80% ma al 100%, mentre invece la banca russa doveva farlo per l’80% e questo tiene più su il cambio di rubli”. Per il professore ci sono anche altre argomentazioni: “La Russia ha anche bisogno di moneta forte perché dovrà acquisire sui mercati internazionali dei servizi ed è un pasticcio per la Russia perché le sanzioni mordono e se le paga in una divisa che ha messo le sanzioni chi accetta questa transazione si espone a essere accusato a chi ha messo le sanzioni. Se la Russia rinuncia ad acquisire moneta forte pur di tenere su il rublo, può voler dire solo due cose: Putin pensa di far pesare ancora di più le sanzioni su economia russa anche perché lui ha debiti internazionali che deve pagare in moneta forte”.
Non sembra essere chiara la mossa di Putin anche perché le banche russe sono ancora sotto embargo. Per Messori pochi dubbi: “Se l’articolo del Financial Times è corretto la Russia non è che abbia una esigenza forte di moneta forte perché ha dei tesoretti sparsi in vari piazze coperte, chiamiamole così, allora si fa fare il lavoro al cento per cento da chi importa però rinuncia a moneta forte ma è limitato a causa delle sanzioni. Se gli bastano i tesoretti che ha nascosto vorrebbe dire che le sanzioni, che sono molto serie, pero alla fine non sono così pervasive come sembra”
Per il professore della Luis ci sono anche altre cose da non sottovalutare: “Non ho mai letto un contratto tra aziende energetiche e la Russia, ma dubito che unilateralmente si possa cambiare divisa, ovvero valuta. Eni non può dire che se ha un contratto in euro prende e lo cambia in altra moneta, neanche il venditore può cambiare è come se denunciasse i contratti. E’ tutto è contraddittorio, mi fa specie che Putin che si arrabatta per pagare i debiti e poi fa questo, per me infatti potrebbe essere anche uno show per dire all’Europa che le sanzioni non stringono il cappio talmente sono deboli che ti dico: pagami in rublo ma qui entriamo nel campo di comunicazione e non è di mia competenza. Sul lato economico è solo una questione legata sui cambi. Da economista per chi acquista la divisa non è un problema, anzi se il rublo continuerà a svalutarsi a me europeo conviene perché costa meno….da italiano e cittadino normale penso sia un po’ uno schiaffo morale è come se Putin volesse denunciare a tutti che l’Europa lo sta continuando a finanziare…“