Ucraina, i “convogli della vita” di Olena Zelenska: “Così salviamo bambini”

La moglie di Zelensky in prima linea per aiutare l’evacuazione dal Paese dei piccoli malati, grazie anche al prezioso supposto delle omologhe francesi e polacche: “Questa è una missione di salvataggio senza precedenti”

Da quando è scoppiata la guerra lo scorso 24 febbraio, la first lady ucraina, Olena Zelenska, non ha mai smesso di aiutare la popolazione. Lo ha fatto mobilitandosi in prima persona per garantire corridoi umanitari e soprattutto per far evacuare bambini dei reparti oncologici con il supporto di Brigitte Macron.

Ucraina
Bambini in fuga dall’Ucraina (Ansa)

La moglie di Volodymyr Zelensky ha raccontato quello che sta vivendo in una bella intervista al Corriere della Sera, spiegando di essere costantemente in stato d’allerta per seguire ogni genere di notizia o aggiornamento relativo alla situazione del suo Paese: “Questo è il nuovo rituale di tutti i miei concittadini. Ogni giorno bisogna chiamare tutti i parenti. Sono vivi? Controllare i messaggi. Se appaiono come letti, si può ancora sperare che abbiano avuto un minimo accesso alla rete, che siano in vita. Ed è già una fortuna incredibile in guerra“.

Convogli della vita

Zelenska Zelensky
Zelenska e Zelensky durante una vecchia visita in Turchia (Ansa)

Una situazione disperata, che ha portato fino a questo momento alla morte di più di 109 bambini e al ferimento di oltre 120 di loro. Senza contare le più di 4000 nascite che ci sono state dall’inizio del conflitto, arrivate “nei sotterranei, nelle stazioni della metropolitana, nei rifugi anti-bomba, talvolta nei reparti maternità bombardati“. Lei sta facendo il possibile e anche di più per aiutarli, con il supporto appunto della “première dame” francese e di quella polacca. I bambini malati vengono trasportati inizialmente a Leopoli, al Western Ukrainian Specialized Children’s Medical Centre, e dopo la visita e la messa in stabilità delle loro condizioni, i giovani vengono smistati in Polonia, Francia, Italia, Germania, Stati Uniti e Canada: “Sono dei ‘convogli della vita’ che non hanno precedenti. Una vera e propria operazione di salvataggio. Quando è diventato chiaro che era impossibile curare i bambini malati di cancro nei rifugi anti-bomba, abbiamo immediatamente cercato una soluzione“.

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