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Cronaca

Legge sull’amianto: trent’anni di promesse mantenute solo in parte

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Marco Ercole

Era il 27 marzo 1992 quando venne approvata la legge 257/92 che vietava l’utilizzo di questo materiale mortale, ma ancora oggi ce ne sono ben 23 milioni di tonnellate (delle 31 iniziali) sparse lungo tutto il Paese

Tra tre giorni compirà 30 anni, la legge 257/92 con la quale l’amianto veniva messo al bando in Italia. Era il 27 marzo del 1992 e il nostro Paese aveva preso coscienza della pericolosità di questo materiale. Un qualcosa capace di provocare mesotelioma, asbesotosi, tumore al polmone, alle ovaie e così via, che ancora oggi porta alla morte di circa 4400 persone ogni anno.

In Italia l’amianto continua a restare un problema enorme (Ansa)

Già, perché quel problema sollevato trent’anni fa è sempre attuale, visto che a partire da quel momento ne sono state rimosse 8 milioni di tonnellate delle 31 presenti nello Stivale. Ne restano quindi ancora 23, che continueranno a essere eliminate a questo passo lentissimo pure nei prossimi anni se non saranno effettuate delle modifiche sostanziali.

La legge sull’amianto

Restano da rimuovere 23 milioni di tonnellate d’amianto in Italia (Ansa)

Il motivo di questi progressi solo marginali è dovuto all’assenza di risorse umane e finanziarie, visto che attualmente i bonificatori destinati alla rimozione dell’amianto sono 29mila complessivi, mentre – come spiegato da Mariano Alessi, dirigente presso la direzione generale della Prevenzione del Ministero della Salute – “per eliminare 23 tonnellate in 10 anni ne occorrerebbero 173mila e per farlo invece in 30 anni 57mila“. Va da sé che la situazione sia ancora gravissima, come confermato dalle 4410 morti rilevate nell’ultimo anno, di cui 2830 per tumore polmonare, 1515 per mesotelioma maligno, 58 per asbestosi e 16 per tumore ovarico (dati Istat), tutte attribuibili all’esposizione a questo materiale tanto in voga nel dopoguerra, utilizzato grazie alla sua versatilità e ai costi alla portata di tutti. Per questo lo si può trovare in mezzi di trasporto, tetti, pavimenti, tubazioni, vernici, tessuti, tute antincendio e molto altro ancora. Ma se all’epoca non si sapeva ancora quali fossero le conseguenze del suo utilizzo, oggi la consapevolezza è completamente diversa. Eppure, trent’anni dopo la legge che decretò la sua rimozione totale, stiamo più o meno al punto di partenza. E la gente continua a morire.

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Marco Ercole