E’ morta Madeline Albright, la prima donna segretario di Stato americano

Lutto nella politica statunitense. E’ morta all’età di 84 anni Madeline Albright, la prima donna a diventare segretario di Stato americana. Era malata da tempo. L’annuncio è stato dato dalla famiglia sui social.

Un lutto ha colpito la politica americana. E’ morta all’età di 84 anni Madeline Albright, la prima donna negli Stati Uniti a ricoprire il ruolo di Segretario di Stato. Un incarico che l’ha vista protagonista dal 1997 al 2001 durante la presidenza di Bill Clinton.

Madeline Albright
Madeline Albright è morta all’età di 84 anni © Ansa

A comunicare il decesso della donna è stata la famiglia con una breve nota pubblicata sui profili social della stessa Albright. La donna da tempo combatteva con un tumore e le sue condizioni erano peggiorate negli ultimi giorni.

Immediato il cordoglio sui social visto che stiamo parlando di una delle donne più apprezzate negli Stati Uniti anche per il suo impegno nel sostenere i diritti umani e la democrazia in tutto il mondo.

Chi era Madeline Albright

Madeline Albright
Madeline Albright la prima donna a ricoprire il ruolo di segretario di Stato negli Usa © Ansa

Nata a Praga, Madeline Albright è arrivata nel 1948 negli Usa dopo essere sfuggita ai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Da subito si è dedicata al mondo della politica e nel 1997 la scelta di Bill Clinton di nominarla come Segretario di Stato facendola entrare di diritto nella storia americana. Prima di lei, infatti, mai nessuna donna aveva ricoperto questo incarico.

Un quinquennio che l’ha vista sempre in prima linea nella lotta alla riduzione delle armi nucleari e nella difesa dei diritti umani e della democrazia in tutto il mondo. Inoltre, si è impegnata per l’espansione della NATO ed ha sostenuto l’intervento militare contro la Serbia durante la guerra in Kosovo nel 1999. Nella sua lunga carriera politica è stata anche consigliere di Barack Obama.

Negli ultimi anni, come detto, ha dovuto lottare contro un cancro, ma, nonostante questo, non ha mai abbandonato definitivamente la politica. Risale a qualche settimana fa un suo editoriale sul New York Times nel quale condanna l’invasione russa in Ucraina (articolo uscito poco prima del via di Mosca a questa operazione).

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