La Cassazione si è pronunciata sulla richiesta di permesso premio premio avanzata da Sabrina Misseri, in carcere per aver ucciso la cugina Sarah Scazzi il 26 agosto 2020.
E’ arrivata nel pomeriggio di giovedì 24 marzo 2022 la decisione della Cassazione sul permesso premio richiesto da Sabrina Misseri, condanna all’ergastolo con sua madre Cosima per l’omicidio di Sarah Scazzi, la ragazza di 15 anni morta ad Avetrana il 26 agosto 2010.
I giudici della Corte Suprema hanno rigettato il ricorso presentato dalla donna e confermato il no alla richiesta dell’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Taranto emesso il 12 aprile 2021. La decisione non è stata accettata dai legali di Sabrina che hanno deciso di andare in Cassazione.
Ma anche in questo caso la risposta è stata negativa. La 34enne di Manduria, quindi, non potrà lasciare la struttura penitenziaria di Taranto dove, come abbiamo detto in precedenza, sta scontando la condanna all’ergastolo per aver ucciso la cugina nell’agosto 2010 ad Avetrana.
Il delitto di Avetrana
Era il 26 agosto 2010 quando la madre denunciò la scomparsa di Sarah Scazzi. Immediate le ricerche da parte dei carabinieri che, almeno in un primo momento, si orientarono su una fuga volontaria della ragazza oppure su un rapimento da parte di un uomo che avrebbe utilizzato i social per adescare la ragazza.
La prima svolta nell’indagine, però, arrivò il 29 settembre quando lo Michele Misseri ritrovò il cellulare della nipote. Un’altra settimana di ricerche e poi la confessione dello stesso uomo. Lo zio di Sarah disse ai carabinieri di avere ucciso la giovane dopo un tentativo di stupro e di avere nascosto il cadavere in un pozzo di raccolta delle acque.
Nei giorni successivi, però, zio Michele ritrattò diverse volte la sua versione. Questo portò gli inquirenti ad approfondire meglio la vicenda e ad arrivare alla ricostruzione di questo omicidio. Ad uccidere Sarah fu la cugina Sabrina, insieme alla madre Cosima, per gelosia nei confronti di Ivano Russo, un cuoco di Avetrana del quale la 34enne sarebbe stata innamorata. Da qui la condanna all’ergastolo in via definitiva per entrambe con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.
Condannato a 8 anni anche il padre di Sabrina, Michele Misseri, per soppressione del cadavere e inquinamento delle prove. Carmelo Misseri, invece, ha scontato una pena di 4 anni e 11 mesi per concorso in occultamento di cadavere.