Ottanta euro circa e in carcere arrivava la spedizione dal cielo con gli oggetti richiesti: la Polizia interviene e blocca tutto.
Un drone, una busta e tanti manici di scopa. Bastava questo e poche ore di “volo” per rifornire i detenuti nel carcere di Terni. La Polizia è intervenuta, allertata da strani rumori e da quei manici di scopa pronti a completare l’azione messa in piedi nell’edificio.
In sostanza la Polizia Penitenziaria si è accorta che un drone con una busta si avvicinava al tetto del carcere, depositando il pacco che sarebbe arrivato in mano ai detenuti. All’interno c’erano circa 20 telefoni cellulari per facilitare le comunicazioni con l’esterno.
Dopo il ritrovamento sono scattate le perquisizioni, che hanno permesso di trovare alcuni dispositivi già in mano ad alcuni detenuti, anche dell’Alta sicurezza. L’indagine ha poi permesso di capire come dal tetto i detenuti riuscissero a raccogliere il sacco per introdurlo all’interno della galera.
Alcuni dispositivi sono finiti addirittura nelle mani di persone accusate di reati di mafia, in un sistema quasi assurdo fermato dalle perquisizioni della Polizia Penitenziaria. In sostanza i cellulari arrivavano grazie ad un drone, ed erano depositati in un luogo preciso sul tetto dell’edificio. Con l’ausilio di alcuni manici di scopa, dalle finestre i detenuti riuscivano a recuperare la busta, facendo poi circolare tutto all’interno della galera.
Fra i telefoni sequestrati e quelli recuperati nella busta, sono 23 i dispositivi illegalmente introdotti rinvenuti durante il blitz all’interno delle celle, e dal Sarap sono arrivati i complimenti per una operazione portata a termine brillantemente.
Alcuni cellulari erano in procinto di arrivare nell’ala di Alta Sicurezza, in cui sono detenute persone accusate di reati molto gravi, anche di mafia. Ecco perché il blitz della Polizia Penitenziaria assume una valenza ancora più importante dopo un tentativo quasi da film di far entrare oggetti.