Dopo un mese di guerra Zelensky lancia un accorato appello a tutto il mondo: il messaggio è un monito ad intervenire per fermare un conflitto atroce.
Ventiquattro febbraio 2022. Putin ordina la prima offensiva nelle regioni ucraine sconvolgendo gli equilibri del mondo intero. Le maggiori forze mondiali da mesi temevano una escalation del Cremlino, ritenuta però difficile da mettere in atto, soprattutto in tempi rapidi.
Quella notte le prime bombe hanno riscritto una pagina di storia, dando vita ad una guerra che per i russi doveva essere rapida, e invece la resistenza ucraina ha trasformato in un conflitto che dura ormai più di un mese. Fra propaganda, bugie e mezze verità, ma soprattutto morti anche fra i civili, il conflitto prosegue, e le sanzioni non hanno spinto Mosca ad effettuare passi indietro.
É passato un mese, e i numeri danno già la dimensione di quanto il conflitto che ha sgretolato la pace in Europa sia sanguinoso e crudele. Zelensky non vuole cedere alla Russia, ma ha mandato un messaggio a tutto il mondo per porre fine al conflitto e puntare i dito contro l’invasore.
“Il mondo deve fermare la guerra. Dobbiamo fermare la Russia e ringrazio tutti coloro che agiscono a sostegno dell’Ucraina”. Parole di Zelensky, che con un messaggio sui social network vuole far arrivare il suo monito al mondo intero. “Scendete nelle piazze – ha dichiarato –, per la strada. Fatevi vedere e fatevi ascoltare perché la libertà è importante e le persone contano. Difendete la libertà, difendete la vita”.
Dopo un mese dall’inizio del conflitto le vittime si moltiplicano e le città ucraine iniziano a fare la conta di morti e distruzione. “Dobbiamo fermare la Russia, bisogna fermare la guerra – afferma Zelensky – e io ringrazio chi con le proprie azioni sostiene l’Ucraina. La guerra però sta andando avanti e continuano gli atti di terrore contro persone pacifiche. É, un mese, lunghissimo, e mi si spezza il cuore. É una violazione contro tutti gli ucraini e le persone libere del paese. Ecco perché chiedo a tutti di opporsi alla guerra”.