In merito all’audizione, al Copasir, dove si è presentato Giuseppe Conte il quotidiano ‘Messaggero’ ha voluto fare il punto della situazione in merito alla vicenda del marzo del 2020 quando nel nostro paese arrivarono i russi
Una giornata importante ieri sera per l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Quest’ultimo è stato ascoltato al Copasir per quanto riguarda la vicenda della missione sanitaria di Mosca in Italia nel marzo 2020. Ovvero proprio quando il nostro paese era appena entrato e stava facendo i primi conti con la pandemia da Covid.
Lo stesso presidente del ‘Movimento 5 Stelle’ parlò direttamente con Vladimir Putin per avere l’ok per la missione, diventando con il tempo un argomento di polemiche. Mai come in questo periodo per via di quello che sta accadendo in Ucraina. Il Comitato sui Servizi, guidato da Adolfo Urso, ha chiesto semplicemente una cosa.
Quale? Di chiarire i contatti e gli accordi che erano stati presi con lo stesso presidente russo ed anche cosa accadde di preciso in quei due mesi quando i russi erano nel nostro paese. Subito dopo il termine dell’audizione, Giuseppe Conte ha voluto fare chiarezza in merito a questa vicenda. Ha dichiarato che voleva essere immediatamente ascoltato perché è come se si fosse sentito chiamato in causa.
Ci ha tenuto a ribadire che la presenza dei russi in Italia era esclusivamente per quanto riguarda il piano sugli aiuti sanitari, visto che ne avevamo un grande bisogno, dove mancavano addirittura mascherine ed altri oggetti che servivano per le strutture ospedaliere in preda al panico per i tantissimi casi di Covid.
“Ho riferito che non mi sono mai stati riportati elementi di criticità che potessero far sospettare deviazioni della missione al di fuori dell’ambito sanitario” questo in conclusione.
Il segretario del Copasir, Ernesto Magorno, ha annunciato che questa vicenda deve essere approfondita ancora di più e che merita ulteriori approfondimenti. Fanno eco alle parole del nativo di Volturara Appula gli esponenti dei 5Stelle Federica Dieni, Maurizio Cattoi e Francesco Castiello.