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ESCLUSIVA – Cardini: “Le sanzioni colpiscono Putin…e l’Italia”

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Paolo Colantoni

Il docente e storico: “In questo modo si colpisce la Russia, ma tanti altri Stati. Su tutti anche l’Italia, e Draghi lo sa”

“Le sanzioni contro la Russia sono anche sanzioni contro l’Europa”. Franco Cardini, docente e storico, ha spiegato ai microfoni di Notizie.com tutte le incongruenze delle decisioni prese dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea contro Putin, che rischiano di recare danno alla Russia, ma anche a diverse Nazioni europee. Su tutte l’Italia.

Franco Cardini, esperto di geopolitica

Nel corso dell’ultimo incontro tra i leader dei Paesi più importanti, è stata ribadita la linea dura contro Mosca, rinnovando le sanzioni economiche che intendono colpire Putin. “Le sanzioni indirettamente colpiscono anche molti stati europei. Lo sa benissimo anche Biden, così come lo sanno bene tanti altri leader, come la Harris, la von der Leyen e il nostro Draghi. Queste sanzioni colpiscono in primis la Russia, ma in seconda battuta noi. E soprattutto l’Italia. A noi conviene continuare con questa tattica? Ci conviene proseguire su questa strada?”. Dubbi che i leader politici non sembrano minimamente avere.Dopo il discorso di Biden, ho sentito la von der Leyen prendere la palla al balzo e ribadire che le sanzioni verso Mosca dovevano essere inasprite. Nessun dubbio, nessun tentativo diverso. Speravo che qualcuno ragionasse su basi diverse”.

Quali? Io non voglio dire che Putin abbia ragione, altrimenti farei la fine del professor Orsini, ma credo che abbia le sue ragioni. La Russia temeva l’avanzamento della linea di fuoco della Nato, fino ai propri confini. Nessuno vorrebbe i propri nemici ad un passo dalla porta di casa. E’ anche vero che se uno Stato vuole entrare nella Nato, nessuno può impedirglielo, però, allo stesso tempo, esistono rapporti di buon vicinato. Erano tutti problemi che andavano discussi. Sedendosi intorno ad un tavolo e trovando un compromesso”. 

Ma la strada che si è seguita è stata solo una. “Il grimaldello per indurre Putin a retrocedere è stato applicare sanzioni. E’ una scelta strategica, per carità: anche il suicidio è una scelta strategica. Ma ce ne sarebbero state altre: invitare Putin intorno ad un tavolo, trovare un compromesso, dialogare. Invece sia una parte che l’altra ha optato per una soluzione diversa. Le sanzioni colpiscono Putin? Assolutamente, ma non è vero che è stato isolato: ha la Cina al suo fianco, l’India e tantissimi Stati africani, oltre a tutti quelli che si sono astenuti in sede di votazione per la conferma delle sanzioni. Quindi io, dopo tutto questo tempo, proverei anche soluzioni alternative”. 

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Paolo Colantoni