E’ durissimo l’infettivologo: “Condivido zero della gestione del Ministero sul virus. Con Figliuolo era diverso, spero in Draghi, mai in Speranza”
“Il Covid sul viale del tramonto? Assolutamente no, perché può sempre rialzare la testa nel momento in cui la popolazione potrebbe risultare scoperta dalla vaccinazione, ma sono altri i problemi ora, non tanto il virus…“. E’ seccato anzi più sconcertato il professore ordinario di infettivologia del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti. Non riesce a capire la gestione da parte dello Stato sul virus e si sfoga con Notizie.com, parlando fuori dai denti, senza usare filtri e attaccando senza problemi il Ministero della Salute e il suo padrone di casa. “Io proprio non li capisco questi del Governo, siamo nel 2022 e usiamo norme sulla pandemia della primavera del 2020, è assurdo, antiscientifico, anacronistico e a tratti quasi infantile. In questo momento io non condivido nulla anzi zero assoluto di quello che sta facendo il Ministero, e lo scriva senza problemi, non ho paura, sto solo dicendo la sacrosanta verità. Ma dove andiamo con queste norme. Uno Stato che non è in grado di cambiare delle norme vecchie, in disuso e che fanno solo confusione è uno Stato deficiente“.
Matteo Bassetti sta ripartendo da Roma Fiumicino per rientrare a Genova, è lì che l’abbiamo intercettato e il suo è un amaro sfogo: “Il covid è ora un virus depotenziato grazie ai vaccini perché è più affrontabile, più gestibile, credo che dobbiamo guardarlo con occhi diversi, chi invece non cambia e dovrebbe farlo è la politica che ha ancora una visione come quella della primavera del 2020, visione molto vicino a quella cinese, dello zero Covid, ma noi non ci arriveremo mai, è una strategia che è fallita in partenza. Il virus ha un’alta contagiosità, ma a mio parere devono essere riviste le situazioni. Dobbiamo resettare le regole di adesso. Faccio un esempio, a Fiumicino ci sono regole completamente fuori dal tempo, tipo una porta sola per uscire con la gente che si accalca, cose senza senso. Ci sono alcune cose che declinano una complicazione. Bisogna avere il coraggio di azzerare regole e scriverne di nuove“.
Quello del professore Matteo Bassetti è uno sfogo amaro, ma sempre con la consapevolezza di cercare di portare qualcosa, o quanto meno di arrivarci. “A noi tanto non ci ascoltano, ho perso la speranza. La gestione del covid è molto ideologica e politicizzata, il ministero non ha mai ascoltato, ascolta i suoi consulenti e neanche tutto il Cts, ditemi se è una cosa normale. La prova è che oggi il ministro dice che la quarantena resta a sette giorni, una visione medioevale perché oggi i tamponi sono a disposizione di tutti, si dovrebbe uscire da tampone negativo, non puoi dire a uno che è positivo la quarta giornata o quinta giornata, davanti a un tampone ancora positivo che si deve fare altri sette giorni. Ma che roba è, di sicuro non è scientifica è una quarantena che facevano a Venezia con i monatti nel 1450. Ecco cosa è. Quello che deve fare sette giorni, poi si declina dalla negatività al tampone, ma è una gestione pesantemente ideologica. Una gestione del Ministero della quale non condivido una sola cosa neanche una, siamo a un punto zero, ma vero eh?”
Va contro tutto e tutti, anche se si aggrappa a Draghi, uno di cui ha stima e che ha dimostrato, secondo Matteo Bassetti, che se interviene lui, le cose possono migliorare e a Notizie.com va oltre: “Sono professore ordinario di malattie infettive non è che rappresento il pensiero di tutti, ma sono competente in materia e posso dire la mia e vi assicuro che tanti miei colleghi hanno la mia stessa posizione, poi rispetterò le regole da buon cittadino, ma ai miei studenti e alle persone che me lo chiedono dirò che sono norme antiscientifiche, come dire che sette giorni di quarantena per tutti è antiscientifico, o i ragazzi che devono andare a scuola con i doppi turni o nelle scuole non si può fare merenda ma si possono mangiare i pop-corn nel cinema. Sono tutte baggianate, così rischiano di far perdere quella poca credibilità del corpo medico e dello stesso Ministero della Salute” E ancora che affonda sulla questione: “Nella gestione della malattie infettiva non ascoltare gli infettivologi, te ne assumi le responsabilità, ne sapranno qualcosa di più o no? La partita dell’uscita dal covid la stiamo giocando male, spero e mi auguro, vista la troppa stima in Draghi che intervenga lui, ci vuole un suoi intervento anche perché al Ministero sembra che si parlino uno contro l’altro. Vede, con Figliuolo che ascoltava altre persone anche fuori dal ministero non c’erano problemi, ma oggi figliuolo non c’è più, e la burocrazia è tornata a farla da padrona. Pensi che in albergo ho compilato un modulo covid del 2020, mi hanno anche misurato la temperatura. Sono tutte cose che non servono a niente. Uno Stato che non è in grado di cambiare le proprie norme è uno stato deficiente…“.