Massimiliano Fedriga attraverso le pagine di Libero ha lanciato un chiaro allarme sui profughi in arrivo dall’Ucraina dopo lo scoppio della guerra. La situazione rischia di diventare insostenibile per le Regioni.
Massimiliano Fedriga lancia l’allarme sulla gestione dei profughi in arrivo dall’Ucraina e lo fa in un’intervista a Libero: “Le regioni d’Italia si stanno occupando sia dell’accoglienza che delle risposte sanitarie, ma la situazione rischia di essere ingestibile considerando che i numeri sono in forte aumento. Inoltre, c’è il rischio che, dopo l’emergenza Covid, anche l’onere sanitario dell’accoglienza ricada su di noi. Per questo motivo abbiamo chiesto al governo l’invio di unità dell’esercito che provvedano a fare tamponi e visite ai profughi”.
Il presidente del Friuli Venezia Giulia ha parlato anche di numeri: “Finora sono passate attraverso il confine ben 40mila persone. Di queste 3.500 hanno deciso di rimanere nella mia regione. Naturalmente , se aumentassero i numeri, il sistema non reggerebbe. Per questo motivo, considerando anche i continui arrivi dai Balcani, sarebbe più utile fermare questa rotta tramite accordi con Croazia, Slovenia e Bosnia Erzegovina almeno fino a quando c’è questa emergenza“.
Fedriga su sanzioni alla Russia e aumento delle spese militari
Il presidente Fedriga in questa lunga intervista ha parlato anche delle sanzioni alla Russia: “Si tratta di uno strumento valido per fare pressione e trattare con Mosca. Allo stesso tempo, però, queste misure hanno un effetto negativo sui nostri settori produttivi. Le industrie energivore, infatti, rischiano di perdere di più producendo che stando ferme. E sta sempre diventando un problema l’approvvigionamento di materie prime“.
Il governatore ha anche commentato il possibile aumento delle spese militari in Italia: “Su questo tema come Lega abbiamo presentato un ordine del giorno alla Camera. Qualche singolo la può pensare in modo diverso, ma il partito ha assunto una posizione ufficiale. Per quanto riguarda l’invio di armi, il tema è diverso rispetto a quanto si dice. Un conto è mandarle per difendersi, un altro per attaccare. Visto che agli ucraini le armi servono per difendersi, non c’è contraddizione. Chi dice il contrario sta guardando un film che non esiste“.