La resistenza ucraina ha fermato l’avanzata russa e impedito la capitolazione di Kiev. Il capo del Cremlino costretto a cambiare strategia
Nel giorno in cui in Turchia prende il via il nuovo round di negoziati tra i rappresentanti della Russia di Putin e dell’Ucraina di Zelensky, l’attenzione degli analisti e degli osservatori si sta concentrando sull’analisi dell’allarme lanciato dal capo dell’intelligence militare di Kiev, il generale Kyrylo Budanov. Secondo il capo dell’Agenzia di intelligence per la difesa dell’Ucraina, il presidente della Federazione Russa Putin starebbe lavorando ad un nuovo piano per dare una svolta alla guerra iniziata più di un mese fa e che al momento sembra arrivata ad una fase di stallo. Da più parti si osserva, infatti, che le forze armate russe non sono riuscite nella ‘Blitzkrieg’ che il capo del Cremlino aveva probabilmente in mente per rovesciare Zelensky. Un disegno impedito dalla prova di resistenza dell’Ucraina, che sta mettendo in seria difficoltà l’ex Armata rossa e che sta rendendo difficili le manovre militari russe, impedendo la capitolazione di Kiev.
Vladimir Putin starebbe dunque pensando ad un piano B. “Ci sono ragioni per credere che possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese”, ha detto il generale Budanov. Le forze russe “cercheranno di imporre una linea di demarcazione tra le regioni non occupate e quelle occupate del nostro paese. In realtà, è un tentativo di creare la Corea del Nord e del Sud in Ucraina”. Un disegno che spiegherebbe sia il cambio di strategia militare delle forze russe, con un’offensiva concentrata nel sud e nell’est dell’Ucraina, sia l’annuncio dell’autoproclamata repubblica filorussa di Lugansk di voler programmare un referendum sull’ingresso nella Federazione Russa. L’obiettivo dei russi, sempre secondo Budanov, sarebbe quello di creare un corridoio terrestre dal confine russo fino alla Crimea, per impossessarsi del Donbass e riunire tutti i territori finora occupati sotto un’unica entità.
Ma cosa si intende per “scenario coreano”? È la divisione della penisola coreana lungo la “linea di demarcazione” che corre sul 38° parallelo. Un assetto scaturito dopo la Seconda guerra mondiale e la decisione di porre fine al dominio dell’Impero giapponese sul territorio. Prima la divisione di due “zone di influenza” tra gli Stati Uniti e l’allora Unione Sovietica, poi la guerra del 1950 che separò la Corea del nord dalla Corea del sud e infine l’armistizio di Panmunjeom del 27 luglio 1953, che pose fine de facto al conflitto, creò la zona demilitarizzata ma al quale seguì mai un trattato di pace. E tutti i tentativi per arrivare ad un accordo e dichiarare la conclusione del guerra sono finora caduti nel vuoto.