Gabriele Natalizia ai microfoni di ‘Notizie.com’ sulla guerra in Ucraina: “Le parole di Biden potrebbero essere state anche volontarie”.
La redazione di Notizie.com ha contattato Gabriele Natalizia, professore di Relazioni internazionali a Sapienza Università di Roma e coordinatore del Centro Studi Geopolitica.info, per commentare insieme a lui le ultime vicende sulla guerra in Ucraina e, soprattutto, le ultime dichiarazioni di Biden su Putin.
“Sulle parole del presidente americano gli scenari sono due – ha detto Natalizia ai nostri microfoni – il primo caso è quello di una gaffe. Dichiarazioni, quindi, non messe nel copione, ma che non facilitano le trattative con la Russia. L’altra versione è che ha detto la frase in modo volontario per rendere ancora più forte gli ucraini al tavolo delle trattative. E si sposa bene con la citazione di Giovanni Paolo II in Polonia“.
“Alcuni indizi fanno, però, pensare ad una gaffe – ha aggiunto – viste le smentite che sono arrivate subito dopo. Francamente un errore così importante sembra difficile crederlo, ma lo sapremo solamente tra qualche anno se era una dichiarazione volontaria o involontaria“.
Natalizia ai nostri microfoni ha commentato anche le ultime novità sulla guerra in Ucraina: “La Russia ha cambiato strategia tre volte. Nei primi due casi non è andata bene e lo dimostrano il fatto che il ministro della Difesa è sparito, che sono stati sostituiti alcuni ufficiali e che anche sei generali sono morti. In questo momento Mosca si sta trincerando in quei territori come Donbass e Crimea che sono diventati i nuovi obiettivi da conquistare in questo conflitto“.
“La guerra potrebbe finire davvero entro il 9 maggio – ha aggiunto Natalizia – perché gli ucraini sono consapevoli di non riuscire a vincere, ma anche i russi hanno capito che un successo può avere costi umani e di immagine elevatissimi. E per questo si deve arrivare ad un accordo“.
Un passaggio per coordinatore del Centro Studi Geopolitica.info sui rapporti tra Usa e Russia dopo il conflitto: “Saranno molto tesi e questo rende molto complicata la strategia americana di contenimento sulla Cina. La Casa Bianca ha quindi due opzioni: o gli Stati Uniti ritornano a fare la nazione indispensabile oppure devono concentrarsi sulla Russia e fare delle concessioni alla Cina“.