A guidarli c’era l’ ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il vicepresidente della Fondazione, Antonio Giordano
Sono 49 i profughi ucraini arrivati a Roma grazie alla missione umanitaria “Solidarietà all’Ucraina”, organizzata dalla Fondazione Alleanza Nazionale, che ha messo in salvo 24 donne, 19 bambini, 3 neonati e 3 uomini anziani.
Assistiti dai 15 volontari della Fondazione, guidati dall’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dal vicepresidente della Fondazione, Antonio Giordano, su incarico del CdA della Fondazione, i profughi sono arrivati a Roma nel pomeriggio di ieri, intorno alle 17.00. Come ha reso noto la Fondazione, i profughi sono stati sottoposti al test Covid dall’equipe medica della missione e sono risultati tutti negativi al virus. I profughi sono stati presi in carico dalla Protezione Civile del Lazio nell’hub della Stazione Termini, a Piazza dei Cinquecento, e saranno smistati nei centri di prima accoglienza.
“Al termine di questa missione possiamo trarre un bilancio assolutamente positivo, sia dal punto di vista materiale sia per il valore umano e simbolico di questa missione – ha dichiarato Giordano – Abbiamo portato 60.000 euro di aiuti, tra cui un quantitativo notevole di medicinali donato dal Gruppo Farmacie Italiane Farmacrimi, raccolti in base a precise richieste dei centri di accoglienza e consegnati fin dentro i teatri di guerra, e abbiamo accompagnato in Italia 49 profughi, quasi tutti donne e bambini, con cui abbiamo sviluppato un vero rapporto di vicinanza e che assisteremo anche dopo l’intervento della protezione civile, in modo che tutti possano trovare un inserimento nelle famiglie e nella società italiane”.
“Abbiamo mostrato il volto vero della destra italiana – ha aggiunto Gianni Alemanno – Portando in Italia i profughi ucraini, abbiamo scardinato il pregiudizio secondo cui la destra è nemica della solidarietà e dell’accoglienza. Noi combattiamo l’immigrazione illegale che non ha nessun diritto di entrare in Italia, ma siamo pronti a fare tutto il possibile, anche impegnandoci in prima persona, per accogliere chi fugge da una guerra e da una vera tragedia umanitaria. Su questo non accettiamo lezioni da nessuno perché la solidarietà fa parte del Dna della destra italiana”. Poi ha proseguito: L’altro pregiudizio che abbiamo smentito è quello che vuole la destra chiusa in un nazionalismo insensibile alla cooperazione europea. Vogliamo il superamento dell’euroburocrazia di Bruxelles proprio perché crediamo nel valore delle nazioni, su cui si deve fondare una vera integrazione europea rispettosa delle sovranità e della identità di ogni popolo. Per questo non potevamo non essere a fianco di un popolo come quello ucraino che sta pagando un prezzo altissimo per non aver voluto ammainare la propria bandiera nazionale”.