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Politica

Zelensky, appello a Draghi: “Aiutaci a salvare Mariupol”

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Marco Ercole

Il presidente dell’Ucraina ha chiesto il sostegno al primo ministro italiano per fungere da garante e avviare dei dialoghi con Putin e trovare un punto d’incontro che possa portare alla fine del conflitto

Una telefonata per chiedere un sostegno concreto e necessario in una zona come Mariupol, che allo stato attuale conta almeno 5mila morti civili, senza prendere in considerazione i vari blocchi ai corridoi umanitari, i bombardamenti alle scuole e così via. Il presidente dell’Ucraina Volodymir Zelensky ha parlato anche di questo nel colloquio di ieri con il primo ministro italiano Mario Draghi, sperando che questo confronto sia propedeutico a un altro tra lo stesso premier e Vladimir Putin.

Zelensky durante l’intervento in aula della Camera dei Deputati della scorsa settimana (Ansa)

I trattati di pace tra i due Stati in conflitto al momento non sembrano poter trovare un punto d’incontro, e questo nonostante l’apertura di Zelensky a cedere alla Russia le regioni separatiste del Donbass e alla discussione circa la neutralità.

La garanzia in una coalizione di 24 Stati

Il presidente ucraino Zelensky chiede aiuto all’Italia (Ansa)

Adesso infatti il Cremlino non si accontenterebbe più di quello, vorrebbe tutta la regione orientale e il pieno riconoscimento della Crimea, lasciando a Kiev solamente Odessa come fonte di accesso al mare. Condizioni che chiaramente non stanno bene all’Ucraina: “Dobbiamo raggiungere un accordo per farlo deve venire a incontrarmi“, ha ribadito il presidente ucraino a Draghi, dopo averlo fatto a un’intervista ai media russi censurata a Mosca. Il primo ministro italiano ha sottolineato il pieno sostegno all’Ucraina e la disponibilità a contribuire attivamente all’azione internazionaleper porre fine alla crisi e promuovere una soluzione durevole“. Tra le varie iniziative prese in esame per fungere il ruolo di “garanti” della neutralità, anche una possibile coalizione di 24 Stati (Italia compresa) che, in caso di attacco, si dovrebbe far trovare pronta per un intervento militare. In attesa di novità sotto questo punto di vista, intanto, è stata fissata per oggi una discussione del decreto Ucraina in Parlamento, per analizzare le procedure di sostegno in corso e future verso la popolazione in difficoltà.

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Marco Ercole