L’OMS ha lanciato un nuovo appello sull’aborto. Ecco cosa consiglia l’Organizzazione Mondiale della Sanità agli Stati.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità scende in campo sull’aborto, con una decisione che fa discutere. L’Oms, citando uno studio pubblicato nel 2020 su Lancet Global Health, ha chiesto a tutti i Paesi di facilitare l’accesso delle donne all’interruzione di gravidanza, parlando di riduzione dei rischi. Ma le ipotesi lanciate e le eventuali novità, hanno fatto rabbrividire.
Il consiglio da parte dell’OMS è di rendere libere le donne nella loro scelta visto che le regole messe in campo fino a questo momento non hanno portato ad una riduzione delle interruzioni di gravidanza, ma ad un aumento di interventi rischiosi per abortire. “Bisogna rimuovere le restrizioni mediche non necessarie come criminalizzazione, tempi di attesa obbligatorio, imposizioni del consenso di altre persone e divieto di aborto dopo un certo stadio di gravidanza – ha detto il funzionario dell’Oms Craig Lissner citato dall’Ansa – e rendere più facili gli accessi ai servizi di aborto per le donne e le ragazze quando ne hanno bisogno“.
L’organizzazione Mondiale della Sanità lascia quindi intendere che una donna possa decidere di abortire in qualsiasi momento (senza nessuna specifica, questo potrebbe avvenire anche al nono mese) e senza il consenso del padre del nascituro. Una situazione che, in attesa di ulteriori chiarimenti o note esplicative, lascia dubbi e perplessità.
Bisogna dire che sull’aborto il mondo continua a muoversi in ordine sparso. Sono molti i Paesi che hanno deciso di limitare in modo drastico il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza riservandolo solamente a situazioni in cui è in pericolo lo stato di salute della donna. In altri, come per esempio El Salvador, si è deciso addirittura di proibire l’aborto.
In Italia il diritto di abortire esiste, ma la richiesta di interrompere volontariamente la gravidanza deve avvenire entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali e familiari. Si tratta di una modalità che, come abbiamo visto in precedenza, non piace all’Oms che chiede di eliminare tutte queste restrizioni e facilitare l’accesso alle donne.