Si è inasprita sui social la condanna al goffo discorso di presentazione della categoria per il miglior film d’animazione agli Oscar 2022.
La notte degli Oscar 2022 continua ad alimentare polemiche e, dopo l’epopea di Will Smith e Chris Rock, spuntano in rete delle perplessità in merito al trattamento riservato al cinema d’animazione durante la cerimonia. Le parole incriminate sarebbero quelle pronunciate da Lily James, Halle Bailey e Naomi Scott, durante l’introduzione alla categoria di miglior film d’animazione: “Così tanti bambini guardano questi film ancora e ancora e ancora e ancora e ancora e ancora. Alcuni genitori sanno esattamente di cosa stiamo parlando!”. Su Twitter si è scatenata una giustificata critica ad una tale semplificazione, che sembra aver infastidito anche Phil Lord, uno dei co-produttori di I Mitchell contro le macchine (film d’animazione candidato): “Geniale definire l’animazione qualcosa che viene vista solo dai ragazzini e che invece gli adulti devono sopportare“. In effetti, dispiace constatare come uno degli eventi più significativi per il mercato cinematografico, dia adito a quelli che sono stereotipi fin troppo radicati nell’immaginario collettivo. Spesso il pubblico generalista tende a subire le apparenze di una tecnica di rappresentazione, che nulla ha da invidiare alla capacità espressiva del cinema fotografico (reale). Infatti, da un punto di vista squisitamente visivo, sarebbe come considerare la pittura meno rilevante della fotografia, soltanto perché i soggetti presenti in un’immagine sono reali.
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Anche sul piano contenutistico, il cinema d’animazione ha dimostrato a più riprese la sua nobiltà, riuscendo, anche in prodotti prettamente destinati alle famiglie, a veicolare concetti complessi, attraverso una duplice chiave di lettura.